Siamo portati a pensare che il terrorismo con l’Italia abbia poco a che fare, che le minacce che investono l’Europa non ci toccheranno mai, ma la storia di Lara Bombonata, la foreign fighter di Garbagna arrestata lo scorso mese di giugno con l’accusa di essere una foreign fighter, ci dimostra che non è così. E dall’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Torino Silvia Carosio a metà luglio apprendiamo com’è stato possibile che Lara si sia radicalizzata. Tutto ha inizio dopo aver conosciuto il futuro marito Francesco Cascio. Siamo nel 2011, lui si è già convertito all’Islam, ma impiegherà poco a far abbracciare alla donna la sua stessa fede. Un anno dopo, come riporta La Repubblica, Lara e Francesco si sposano: la prova della conversione di Lara si nota anche dal cambiamento nel suo modo di vivere e di vestire. I due, però, non si limitano a vivere la propria fede all’interno della loro casa: vogliono colpire, immolarsi per il loro credo. Il marito verrà ucciso in un campo d’addestramento siriano durante un raid aereo avvenuto nel dicembre 2016, Lara intanto prende contatti con il gruppo delle sorelle musulmane tramite Skype, e non solo…



I TRE GENOVESI

Secondo il gip, che ha potuto esaminare il materiale in possesso degli investigatori, la Bombonati intrattiene diversi contatti con altri radicalizzati del Nord-Italia. I nomi della foreign fighter e del marito sono collegati a quelli di Giuliano Delnevo, il primo foreign fighters italiano, morto in Siria a 24 anni nel 2013, e di Andrea Lazzaro, amico di Delnevo e finito sotto inchiesta – poi archiviata – per terrorismo nel 2010. Nel fascicolo si cita anche un altro nome, sempre genovese, riconducibile alle frequentazioni della coppia ai tempi della residenza di tra Tortona e Garbagna. e indagato per terrorismo nel 2010 anche se quel procedimento venne poi archiviato. Dall’ordinanza emerge infatti che Francesco Cascio, prima di essere ucciso in Siria, “aveva finanziato il viaggio in Turchia di Lazzaro e di un terzo genovese”. Ecco perché il carcere per Lara Bombonati viene confermato, perché “dagli elementi di indagine emerge che non ci troviamo di fronte a un mero interessamento all’Islam, e al terrorismo ovvero a un mero soggetto invasato, ma siamo di fronte a una vera e propria condotta partecipativa in associazioni con finalità terroristiche“.

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