Rischia di essere davvero alle porte lo scoppio della Terza Guerra Mondiale dopo l’ultima provocazione messa in atto da Kim Jong-un. Il leader della Corea del Nord ha infatti autorizzato il lancio di 3 missili a corto raggio, che secondo le prime informazioni sono caduti nel Mare del Giappone dopo aver percorso una distanza di circa 250 km in direzione nord-est. A riportarlo sono l’agenzia di stampa sudcoreana, Yonhap, che come fonte cita lo stato maggiore interforze di Seul, e quella nipponica, Kyodo. Secondo Dave Benham, comandante delle forze americane nel Pacifico, il test missilistico nordcoreano sostanzialmente è fallito:”Il primo e il terzo non sono riusciti a volare a lungo. Il secondo missile lanciato sarebbe invece esploso quasi subito”, ha detto alla BBC. In risposta al test di Pyongyang, avvenuto alle ore 23:49 italiane di ieri, lo staff presidenziale della Corea del Sud -come riporta l’Ansa- ha annunciato che le forze militari statunitensi e quelle di Seul andranno avanti con le loro esercitazioni congiunte in corso “anche più a fondo”. (agg. di Dario D’Angelo)



LA GUERRA COMMERCIALE

La Terza guerra mondiale può scoppiare per qualsiasi pretesto, anche di natura commerciale. La tensione è alta, la situazione è decisamente delicata: lo dimostra la dura reazione della Corea del Nord al blocco della Cina di tutte le importazioni di pesce nordcoreano. La notizia è stata lanciata dal Global Times, secondo cui i 27 camion usati per esportare le merci sono tornati indietro e agli importatori è stato chiesto di distruggere le merci. Si parla di perdite per 21,98 milioni di yuan, circa 3,3 milioni di dollari, secondo il popolare tabloid del partito comunista cinese. Tutti i prodotti ittici che erano stati importati sono stati distrutti. Questa decisione segue quella del 14 agosto, quando il ministero del Commercio cinese ha annunciato il divieto di importare carbone, ferro, minerale, piombo e frutti di mare dalla Corea del Nord a partire dal 16 agosto.



BLOCCO IMPORT: “VIOLAZIONE SOVRANITÀ DEL PAESE”

La Corea del Nord ha condannato apertamente, e nuovamente, le sanzioni ricevute, come l’ultima riguardante l’esportazione in Cina di pesce. Lo ha fatto attraverso le colonne del sito statale Uriminzokkiri, spiegando che la situazione si è aggravata velocemente sulla penisola coreana. Il regime di Pyongyang ritiene che queste sanzioni vogliano bloccare del tutto lo sviluppo economico del Paese e il miglioramento della vita delle persone, quindi le considera «una violenta violazione della sovranità del paese». L’intenzione di Kim Jong-un è contrastare duramente queste sanzioni, che non sono considerate utili per arrivare ad una soluzione pacifica. Per la Corea del Nord ciò avrebbe provocato imbarazzo per come è stata gestita la situazione. «È verità ripetutamente dimostrata nella storia che le sanzioni non hanno mai aiutato a risolvere un problema e non sono utili a nessuno», scrive il sito Uriminzokkiri.

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