«La stanno plagiando, mi ha detto che Natale e Pasqua sono feste stupide»: questa l’accusa choc che la mamma di una bimba cristiana ha lanciato contro i servizi sociali inglesi, rei di aver affidato la bimba britannica a ben due famiglie musulmane dove vige il rispetto del Corano prima che delle leggi e dei diritti civili, e soprattutto dove le tradizioni e usi d’origine della bambina vengono del tutto ribaltate. La storia-choc arriva da Londra, con il Times che oggi in prima pagina apre con questa inchiesta dai toni davvero assurdi: nonostante l’opposizione dei genitori, la bimba è stata strappata alla famiglia d’origine (i motivi sono per ora ancora sconosciuti, anche se il caso preso in consegna dai servizi sociali fa intuire che la situazione nella famiglia di origine non sia ovviamente serena e tranquilla) per essere consegnata a due famiglie islamiche, nonostante la netta disapprovazione dei genitori naturali. “La bimba piange, dal collo le hanno strappato la collina con il crocifisso e durante il giorno è obbligata ad imparare l’arabo”: sono queste le parole incredibili che un supervisore dei servizi sociali di Tower Hamlets a Londra ha voluto raccontare al Times, volendo rimanere in completo anonimato. «La bambina piange, è molto provata e chiede di non tornare nella casa della famiglia affidataria «perché non parlano inglese», spiega ancora la fonte dei servizi sociali Uk. La legge sarebbe in teoria chiara, visto che richiede si tengano presenti religione, background linguistico e culturale, e la razza, eppure in questo caso pare che tutto questo sia stato “dimenticato”.



“LE DONNE EUROPEE SONO IDIOTE”

I racconti del supervisore anonimo nei servizi sociali si uniscono all’appello disperato della madre di questa bimba tenuta ancora in identità nascosta per la consueta privacy: «”Pasqua e Natale sono feste stupide” e “Le donne europee sono alcolizzate e idiote”, queste cose mi ha detto ultimamente mia figlia, mentre mi chiedeva comunque di venire via da questa seconda famiglia dove è stata affidata», si legge nella versione del Times in esclusiva questa mattina. In questa seconda famiglia si rispettano le rigide norme della sharia, le donne di casa hanno l’imposizione del burqa (mentre ad esempio nella prima famiglia addirittura i niqab erano d’obbligo per poter uscire di casa). «Non possiamo parlare dei casi singoli. I nostri servizi sociali forniscono una casa e una famiglia amorevole a centinaia di bambini ogni anno e in ogni caso teniamo in alta considerazione la provenienza culturale e l’identità dei minori», ha spiegato il portavoce dei servizi sociali del Comune di Londra.



Un diretto attacco dallo stato inglese contro una famiglia e una tradizione cristiana? Pare dalle prime impressioni che non si possa essere in completo disaccordo con questa accusa lanciata dalla famiglia d’origine: bisognerà continuare a scoprire di più di questo assurdo caso che coinvolge una innocente bimba di 5 anni, ma a rimanere nella bufera ora è il sistema inglese già piuttosto controverso della gestione e tutela dei minori, a poche settimane dalla morte del piccolo Charlie Gard (altra storia, altri problemi, ma medesime possibili critiche da muovere sull’intera legislazione vigente sui minori in Inghilterra, ndr). «La piccola è bianca, inglese, ama il calcio ed è stata battezzata in chiesa. Ha già subito il trauma di essere separata dai genitori e ha bisogno di essere circondata da una cultura che conosce e ama. Invece – continua – è intrappolata in un mondo che non conosce e la spaventa», ha spiegato un amico della famiglia sempre ai colleghi del Times.

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