Massimo Faggioli è uno studioso del cattolicesimo che ha stupito la stampa estera, guadagnandosi anche un articolo sull’Herald Tribune, grazie alla sua definizione di “gelateria cattolica”. Ovvero, di un qualcosa che a suo avviso può essere una efficace metafora del cattolicesimo, oggi: ha spiegato Faggioli, “quando sono stato recentemente intervistato, la prima domanda che mi hanno fatto è stata su cosa significasse questo termine. L’insinuazione era che definisco la ”gelateria cattolica” perché ci sono molti sapori e si può scegliere da un numero quasi infinito di essi. Ma questo non è il caso. Semplicemente, si tratta di un modo per definire che sono italiano e sono cattolico: il gelato definisce benissimo l’italianità, solo il caffè forse sarebbe stato meglio, ma sfortunatamente non bevo caffè. “Gelateria cattolica” è il mio modo di dire che il cattolicesimo è sempre stato, in qualche misura, uno spettro di gusti diversi. Se avessimo avuto il coraggio di esplorare ciò che il cattolicesimo è stato in diverse aree del mondo in periodi diversi, lo comprenderemmo al meglio.”
IL PAPA CHE MANGIAVA SOLO GELATO
Il termine è stato sicuramente giudicato con grande curiosità soprattutto all’estero, e Faggioli ha continuato a spiegare nel dettaglio il suo significato: “A mio avviso un gelato è meglio di un caffè perché raffredda gli animi, il gelato al contrario li raffredda. Inoltre il gelato può essere mangiato tutto l’anno, ma è principalmente stagionale. Questo mi ricorda qualcosa che Yves Congar scrisse nel suo capolavoro “Vera e Falsa Riforma nella Chiesa”. Egli osservò che la scrittura di Sant’Agostino era molto cattolica nel momento in cui l’aveva scritta e quando i giansenisti l’hanno citato e usato, più di un millennio più tardi, era ancora cattolica allo stesso modo. È possibile congelare e riscaldare il tuo vecchio caffè: è più difficile con il gelato, dunque è un qualcosa di attuale, da non far sciogliere e da consumare in fretta. E poi il gelato è realizzato in molti modi diversi e in tutti i paesi. Non esiste un cartello globale nel controllo del gelato, è molto cattolico nel senso che è open-source, chiunque può prepararlo e inventare nuovi abbinamenti di gusti, il caffè invece è sempre uguale a sé stesso. E non dimentichiamo che c’era un Papa, Innocenzo XII (1691-1700) che nella calda estate romana cenava con solo una tazza di gelato.”