Neymar da Silva Santos Junior detto solamente Neymar o anche O’Ney, tanto per paragonarlo un po’ a Pelé detto O’Rey, è l’uomo del momento.

Cresciuto nel brasiliano Santos e poi passato al Barcellona, ha poco più di venticinque anni ma un palmares lungo un chilometro ed ora ha anche il record del trasferimento più esoso della storia del calcio: il Paris St Germain pagherà 222 milioni di euro alla squadra spagnola come rescissione del contratto, 30 milioni a stagione al calciatore per cinque anni e 150 milioni di bonus a O’Ney e al padre-procuratore. Parliamo di netto…



Chi ha fatto l’affare?

Sicuramente il Barca, che si trova un tesoro cash enorme in cassa e potrà, se vuole, rinforzare la squadra (si parla di Verrati e Dybala) oppure di dare un obolo per terminare la Sagrada Familia.

A mio parere l’affare per i blaugrana è doppio: di O’Ney può anche fare a meno sotto il piano tattico avendo come punte Suarez e una pulce di nome Messi. Questi due nella classifica marcatori di questa stagione hanno stralciato Neymar, che è sì un fenomeno, un fantasista capace di far incazzare i difensori con i suoi sombreri, ma lo metterei quarto nella classifica dei migliori giocatori spagnoli come resa e con Cr7 e Messi primi a pari merito e Suarez terzo.



Certo è il primo della classifica per il costo del suo trasferimento, ma questo è dovuto alla famosa clausola di rescissione e al petrolio che posseggono i proprietari del Psg che in fatto di manie di grandezza non hanno concorrenti. Sicuramente i principi del Qatar pensano a un ritorno d’immagine e vogliono vincere a tutti i costi la Champions League. Hanno poi una squadra piena di ottimi giocatori molti dei quali fuoriusciti dal nostro campionato che scaldano la panca (l’unico che fenomeno non è ma parte spesso titolare, e questo non lo capisco proprio, è Thiago Motta).

Questo per dire che il Psg potrebbe sfoltire la rosa per recuperare dei milioni, ma  probabilmente ai qatarini non interessa più di tanto.

Qualcuno dirà che la cifra è folle, sicuramente per me O’Ney non vale questi denari, ma questo è il mondo del calcio, che è si uno spettacolo ma è lavoro e business.

Ci sono le regole del fair play finanziario stabilito dalla Uefa che veglierà su questi movimenti, e se non verranno violate nessuno potrà, ma neppure ora può, straparlare di scandali.

Probabilmente sarebbe utile mettere un tetto al valore dei trasferimenti e agli ingaggi e sicuramente c’è da fare chiarezza sui ruoli dei procuratori e delle agenzie di immagine, che cercano di arricchirsi e far pagare meno tasse agli assistiti spostando gli introiti nei paradisi fiscali.

Così come bisognerebbe anche dare un freno al valore stratosferico dei diritti televisivi.

Ultima cosa. Non mi scandalizzo e non faccio il moralizzatore per i 30 “denari” annuali dati a O’Ney oppure per i 5-6 a Topogigio Donnarumma, nonostante la sua giovane età. Basta guardare in casa nostra per vedere l’ex ad di Telecom che per 15 mesi ha portato a casa anche lui 30 denari…