Una vicenda accaduta in provincia di Venezia sta animando i commenti delle pagine dei giornali in questi giorni. Il teatro dei fatti è ad Eraclea, in provincia di Venezia, dove un giovane di poco più di diciotto anni ha investito un turista slovacco, che stava percorrendo la statale in bicicletta tra le cinque e le sei del mattino. Il ciclista è stato colpito dall’automobile col ragazzo che, come è emerso dalle successive indagini, è risultato positivo all’alcol e alla droga. Il giovane investitore non si è fermato però a soccorrere la vittima dell’incidente, ma è rientrato a casa con l’automobile evidentemente danneggiata dallo scontro. Incidente di cui si sono accorti subito i genitori al suo rientro in casa, ma il ragazzo è andato a dormire affermando di aver danneggiato il muso dell’auto a causa di una gomma bucata. Versione che non ha convinto la madre e il padre, che hanno ripercorso la strada a ritroso scoprendo la verità.
IL COMMENTO DI GRAMELLINI
Ed è qui che il comportamento dei genitori ha stupito, visto che una volta scoperto il corpo esanime del ciclista, si sono rivolti immediatamente ai carabinieri, che hanno arrestato il ragazzo che ha affermato di ricordare solamente di aver urtato qualcosa, lasciando l’abitazione tra le lacrime. Una decisione che ha sicuramente stupito per il senso civico dimostrato a fronte di una tragedia che, in ogni caso, sconvolgerà la vita del loro nucleo familiare. Sulla prima pagina del Corriere della Sera, nella consueta rubrica “Il Caffè”, Massimo Gramellini ha scritto la sua versione della storia sottolineando ironicamente come i genitori dovranno essere sottoposti a un corso speciale di educazione civica, avendo scelto di non “coprire” il gesto sconsiderato del ragazzo, come spesso si fa con i propri figli considerandoli dei bambini troppo cresciuti, ma di mettere di fronte il ragazzo alle sue gravi responsabilità, mettendo in luce l’accaduto di fronte alle forze dell’ordine.
IL PARERE DELLO PSICOTERAPEUTA
Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta chiamato in casa dall’agenzia giornalistica Dire per commentare l’accaduto e approfondire i meccanismi psicologici che hanno portato alla denuncia dei genitori, ha definito così il gesto di denunciare il proprio figlio di fronte a un omesso soccorso stradale: “È un caso di civiltà estremamente raro e a tutta la famiglia va la riconoscenza per il loro gesto, perché sono riusciti a compierlo nonostante sia stato incredibilmente duro da affrontare. In questo modo hanno tracciato la strada per il recupero del proprio figlio“ Un atto di responsabilità che secondo lo psicoterapeuta è stato indotto proprio dal comportamento del ragazzo, che pur non avendo il coraggio, anche a causa della giovane età, di confessare l’accaduto, ha messo in luce l’incidente chiedendo quasi inconsciamente l’intervento dei genitori, che a loro volta sono stati coraggiosi riuscendo a dimenticare quel senso di protezione che avrebbe potuto portarli ad occultare un omicidio.