Si chiama Khatun Sapnara ed è la giudice salita agli onori della cronaca internazionale per aver giocato un ruolo decisivo nel caso della bambina cristiana affidata ad una coppia di musulmani. Secondo quanto stabilito dal magistrato britannico, nell’affido di un minore occorre tenere in considerazione le sue origini culturali e religiose. Per questo, nel caso della bambina di 5 anni è stato deciso che il posto migliore per lei sarà con la nonna. Alla luce delle rivelazioni del quotidiano Times e che hanno portato alla ribalta il caso, la giudice Sapnara ha quindi disposto un’indagine. In particolare il magistrato vuole vederci chiaro sulle rivelazioni del giornale britannico, secondo il quale alla piccola, affidata alla famiglia musulmana dai servizi sociali – pur contro il benestare dei genitori – era stato impedito di indossare una collana con un crocefisso ed era stata indotta a studiare l’arabo. Un caso che ha destato polemiche non solo nel Regno Unito dopo che la madre, sotto shock, ha criticato il modo in cui la figlia era stata inserita in un contesto del tutto differente da quello dal quale proveniva.
IL SUO IMPEGNO POLITICO E SOCIALE
Ma chi è Khatun Sapnara, la giudice che ha deciso di compiere un passo indietro e di restituire alla sua famiglia di origine la piccola precedentemente affidata ad una coppia di musulmani? Nata nella città di Sylhet, comune del Bengali nel 1968, musulmana praticante, secondo quanto rivelato dal The Times online la Sapnara nel suo ambiente professionale è vista come una vera comandante, autorevole e compassionevole al tempo stesso. Quando giunse nel Regno Unito era appena una bambina. Qui studiò alla London School of Economics di Londra. Un decennio fa conquistò un importante primato, quello di essere la prima persona di origine bengalese ad assumere una importante posizione giudiziaria in Gran Bretagna. Grazie alla sua fede musulmana, la sua figura è stata determinante nella realizzazione della legge sul matrimonio forzato del 2007 e che consente ai tribunali di emettere ordini di protezione per impedire alle persone di essere vittime di un matrimonio non voluto. Tuttavia, si pronunciò contro le proposte di criminalizzare il matrimonio forzato sostenendo come ciò potesse impedire alle vittime di chiedere aiuto. Per questo in una intervista la definì come “un soluzione rapida per un problema complesso e di lunga data”. Il magistrato musulmano oggi al centro della controversa vicenda con protagonista una bambina cristiana, ha anche ottenuto vari riconoscimenti per la sua professione. Tra i tanti, il riconoscimento per la difesa dei diritti di una stampa libera. Lo stesso impegno è emerso anche in occasione del recente caso che la vede protagonista. Quando fu tentato di bloccare la storia del Times, fu Khatun Sapnara a dichiarare che “non avrebbe fermato la libertà della stampa a riferire, nell’ambito della legge e in modo responsabile per questo caso”.