Hagerie faceva parte dei tanti migranti sfollati dal palazzo di Via Curtatone a Roma. Durante gli scontri con la polizia di Piazza Indipendenza si accarezzava il pancione la 27enne eritrea, provava a rassicurare quel bambino che porta in grembo da 9 mesi che tutto sarebbe andato per il verso giusto. Oggi, però, a distanza di giorni, Hagerie ha ancora paura. A due settimane dal parto, come riporta Il Corriere della Sera, la donna eritrea non vuole separarsi dal compagno, ma l’ospitalità del Comune di Roma non comprende né compagni né mariti. “Dove andrò con il bambino?”, domanda. “Ho sempre mal di testa perché piango continuamente, sono molto preoccupata di non avere una casa”. Subito dopo essere stata sfrattata, Hagerie aveva trovato ospitalità da un’amica etiope, ma in una casa in cui vivevano in 4 in una stanza, altre 2 persone erano di troppo. Poi è stata la volta di una connazionale, ma anche da questa abitazione adesso deve andare via:”Non voglio stare sola, qui non ho altri parenti oltre il mio fidanzato. In via Curtatone mi favevano sentire in famiglia”.



“DUE BAGNI PER CENTO PERSONE”

Hagerie, incinta e senza casa, ale spalle ha una storia di sofferenza. Come riporta Il Corriere della Sera, due anni fa ha sconfitto una brutta tubercolosi:”Sono stata curata bene allo Spallanzani e poi sono finalmente rimasta incinta, ma ora vivo in un incubo”. Un brutto sogno iniziato con lo sfratto dal palazzo di via Curtatone. A La Stampa, qualche giorno fa, con un filo di voce svelava tutti i suoi timori:”Non so dove andrò a partorire, soprattutto non so dove tornare con il bambino“. E dire che Hagerie, insieme ad altre donne incinta, bambini, malati e anziani può ritenersi “fortunata”: rientra infatti nel gruppo di persone che è stato sistemato negli uffici al primo piano del palazzone evacuato dell’Ispra. Il concetto di fortuna, però, è esasperato, come spiega la stessa Hagerie:”Stiamo malissimo, fa caldo, non c’è luce e solo due bagni per un centinaio di persone”. Hagerie, prima che una sfollata, è una donna incinta: ha bisogno di aiuto.

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