La protesta nel carcere Don Bosco di Pisa, dove nella notte un detenuto si è suicidato, è andata avanti per tre ore, esattamente fino alle 4 del mattino. E’ quanto riferisce oggi Repubblica.it nel riportare la notizia che ha chiamato in causa anche il Sindacato di polizia penitenziaria. Stando alle ricostruzioni, la rivolta sarebbe iniziata intorno all’1:45, dopo che i detenuti hanno appreso del suicidio del 21enne tunisino, impiccatosi con un lenzuolo. Quindi si sono asserragliati ad uno dei piani del carcere. Nel corso della protesta non sono mancati lanci di oggetti e suppellettili. Addirittura sarebbero state date alle fiamme anche alcune lenzuola portando al necessario impiego di estintori. Una situazione molto critica che ha necessariamente richiesto l’intervento della polizia in tenuta antisommossa. La situazione pare ora essere gradualmente rientrata alla normalità, non prima della visita, avvenuta questa mattina, da parte del capo del Dipartimento amministrazione penitenziaria, Santi Consolo il quale ha avuto modo di verificare in prima persona l’attuale situazione nel carcere di Pisa. Insieme a lui anche il provveditore per la Regione Toscana. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
PROTESTE PER LE CONDIZIONI “INVIVIBILI”
Nella notte tra martedì e mercoledì, un detenuto si è suicidato nel carcere Don Bosco di Pisa. Si tratta di un giovane tunisino il quale si sarebbe tolto la vita impiccandosi. Il ritrovamento del suo cadavere ha portato allo scoppio di una rivolta da parte degli altri detenuti della struttura, i quali come riporta la versione fiorentina del quotidiano Repubblica.it, già da tempo protestavano a causa delle condizioni ritenute “invivibili” in cui erano costretti a stare nel carcere della città Toscana che li ospita. La rivolta messa in atto è stata così massiccia da aver richiesto necessariamente l’intervento della polizia penitenziaria congiuntamente agli uomini della Polizia di Stato e dei Carabinieri, nonché della Guardia di Finanza. Secondo le prime informazioni, dunque, la situazione nella struttura già fortemente compromessa, sarebbe precipitata dopo la notizia del suicidio avvenuto nella notte. Il detenuto ritrovato questa mattina cadavere era un immigrato di appena 21 anni.
IL SINDACATO, “PUNTO DI NON RITORNO”
Si sono raccolti nelle sezioni ed hanno dato il via alla loro protesta: così i detenuti nel carcere di Pisa, questa mattina, dopo aver appreso del suicidio del loro compagno hanno deciso di rinchiudersi in uno dei piani dell’istituto penitenziario. La loro azione ha reso necessario l’intervento delle varie Forze dell’ordine che con i loro mezzi si sono raccolte all’esterno del carcere fino al primo pomeriggio di oggi, quando hanno progressivamente lasciato lo spiazzo. Non è ancora chiaro, tuttavia, se la rivolta sarebbe rientrata del tutto o meno. Ad intervenire è stato chiaramente anche il segretario generale del Sindacato polizia penitenziaria Spp, Aldo Di Giacomo, che ha ribadito come quanto accaduto oggi nel carcere di Pisa rappresenti “un punto di non ritorno per istituzioni, governo in primo luogo e politica”. La rivolta dei detenuti l’ha definita “una vera e propria guerra contro tutto e tutti”, al punto da aver richiesto l’intervento della polizia in tenuta anti sommossa. “La situazione, per responsabilità della politica, è ormai diventata ingestibile e il personale di polizia penitenziaria è abbandonato al suo destino”, ha chiosato il sindacalista, ribadendo così la difficile situazione nelle carceri italiane.