La Procura Provinciale di Barcellona ha respinto la denuncia contro un video in cui due donne che si mostravano lesbiche si baciavano appassionatamente nella cappella della Vergine di Montserrat. Questo video, considerato offensivo per il rispetto dei sentimenti religiosi dei cattolici, è stato creato e diffuso attraverso le reti sociali dai membri del Movimento Arran (che si definiscono movimenti indipendentisti radicali e che fanno parte della CUP in Catalogna). Secondo la legge spagnola,”chiunque pubblicamente, a parole, per iscritto o mediante qualsiasi tipo di documento, disprezza i dogmi, le credenze, i riti o le cerimonie di una confessione religiosa, è punito per aver offeso i sentimenti dei suoi membri”. Secondo la risoluzione,”il video denunciato è obiettivamente irriverente e certamente provocatorio, e può comprensibilmente disturbare i sentimenti delle persone che professano la religione cattolica”. Ma si aggiunge anche che “il contenuto del video, tuttavia, non mostra pubblicamente alcuna forma di scherno, degno, umiliazione, insulto, ferimento o oltraggio ai dogmi, credenze, riti o cerimonie della Chiesa cattolica”.
UNA PROVOCAZIONE CONTRO LA CHIESA
Secondo gli autori del video, reso pubblico lo scorso 26 aprile, l’obiettivo era quello di far uscire dall’oscurità il lesbismo, anche se il rischio era quello di offendere la Vergine Maria e tutti i cattolici, poiché, è stato contestato, i realizzatori avrebbero potuto scegliere un luogo non sacro per pubblicizzarlo. L’ iniziativa è arrivata solo il giorno prima che la Catalogna celebrasse il giorno di Montserrat, suo santo patrono. Il collettivo che ha realizzato il video, come riportato in un comunicato, ha cercato di “denunciare la misoginia e la fobia lesbica della Chiesa”. Per questo motivo ha voluto “attaccare la morale della Chiesa” e “profanare i suoi simboli sacri”, in risposta ai “suoi continui attacchi al modo di essere e di vivere delle lesbiche”. Ciononostante, secondo l’ ufficio del pubblico ministero,”nel video c’è un inconfondibile senso satirico, provocatorio e critico, ma non vi è alcuna prova dell’infrazione che il denunciante intende evidenziare. Non neghiamo però che gli esponenti del mondo cattolico siano stati sinceramente offesi.