CHARLIE GARD: LETTERA DI UN MEDICO CATTOLICO

Negli ultimi giorni il quotidiano Avvenire ha pubblicato ogni mattina una lettera significativa ricevuta sul caso del piccolo Charlie Gard: quella di oggi è stata inviata da un medico cattolico, Mattia Baldini, che ha voluto dare una sua “lettura” al caso del piccolo inglese, sia dal punto di vista medico sia sul fronte umano e religioso. «Riguardo la qualità della vita di Charlie, i genitori stessi hanno infine convenuto con i medici circa l’insostenibilità della stessa a meno di un miglioramento. Per questo, anche a mio parere, la prosecuzione della ventilazione avrebbe configurato un accanimento terapeutico», spiega nella lettera al quotidiano cattolico, il medico Baldini. Non solo, si preoccupa di sottolineare come il pericolo di leggi e culture contro la vita umana sia purtroppo presente, ma chiamare il caso di Charlie “eutanasia di stato” non sembra la modalità migliore per descrivere quanto successo. «Temo che chiamare «eutanasia di Stato» un caso di sospensione dell’accanimento terapeutico contro l’iniziale parere dei genitori sia nocivo a un sano confronto sul tema».



IL GIUDIZIO DEL FILOSOFO DIEGO FUSARO

Aveva già parlato durante la lunga battaglia legale sul piccolo Charlie Gard, ma è tornato sull’intera vicenda legale, medica e soprattutto culturale, essendo lui un filosofo e saggista tra i più in vista in questi ultimi anni. È Diego Fusaro a scrivere un lungo post su Lettera43 per denunciare i grossi limiti che la battaglia pro/contro Charlie Gard ha evidenziato: «Il caso abominevole del piccolo Charlie Gard è la prova di questa ogni giorno più oscena pratica dell’abbattimento dei limiti ad opera della ragione utilitaristica. È la prova di ciò che già sapevamo: nel capitalistico regno animale dello spirito è considerata “degna di essere vissuta” solo la vita immediatamente produttiva, economicamente operativa e utilitaristicamente sfruttabile», spiega il giovane filosofo, denunciando la pratica del “free market”. Secondo Fusaro infatti, «la vicenda segnala quanto, nella logica di riduzione del mondo intero a piano liscio per la volontà di potenza autoreferenziale e nichilistica, la famiglia sia un ostacolo che il capitale mira ad abbattere».



COME FUNZIONERÀ LA FONDAZIONE DEI GENITORI

Già prima della morte di Charlie Gard, i genitori avevano annunciato che con i soldi raccolti dal crowdfunding per il viaggio purtroppo mai avvenuto negli Stati Uniti verrà messa in piedi una Fondazione per aiutare bambini e famiglie che drammaticamente vivranno le simili condizioni e battaglie della famiglia Gard. Sono già tante le famiglie che stanno cercando di contattare i Gard per chiedere quando, come e se avverrà la struttura della Fondazione: al momento, fino a che i funerali non verranno celebrati, la famiglia Gard si è chiusa in un silenzio con i media, ma dalle prossime settimane dovrebbero partire i lavori sulla fondazione per le malattie Mitoconodriali e simili. Sono circa un milione e mezzo di dollari i soldi raccolti con i fondi di amici e volenterosi nell’aiutare il piccolo Charlie. Con questi istituiranno la fondazione “Charlie Gard” per pagare le cure, difendere i diritti dei genitori e evitare che ciò che è accaduto a loro accada ad  altre famiglie. «Con la fondazione “Charlie Gard”, Charlie non morirà mai. Nessun genitore deve sopportare quello che abbiamo passato noi. Il prossimo Charlie avrà le cure prima che sia troppo tardi: così Charlie salverà molte vite in futuro, senza dubbio», aveva detto mamma Connie. La mamma si occuperà da vicino della gestione, mentre il papà dovrebbe tornare al lavoro nelle poste inglesi, o almeno così riportano dai media inglesi in questi giorni di silenzio e rispetto per il lutto del piccolo Charlie Gard.



TRA FUNERALI, “MISTERO” E DESIDERIO DI RICOMINCIARE

Tanti auguri piccolo Charlie Gard. Oggi avresti compiuto uno anno. Un dolore enorme e una storia che in un modo o nell’altro ha colpito tanti in questi ultimi mesi giunge ad una “imposta” pausa di riflessione. Tra accuse ai medici e alla corte da un lato, e dall’altro la difesa a spada tratta di una voluta e forzata “resa” davanti alla malattia rara già molti mesi fa da parte del GOSH, resta l’amaro in bocca e il dolore per un’esigenza di bene e di risposte sul destino di quel piccolo bimbo che non viene “colmata” da nessuna delle due posizioni “in campo”. Come spiega bene qui sotto il cardinale Sgreccia, c’è tanto che non va nel caso del piccolo Charlie Gard, specie per quei due genitori cui è stata tolta la possibilità anche di vedere semplicemente morire il loro piccolo: «Il nostro splendido bambino se n’è andato. Siamo veramente orgogliosi di Charlie», spiegavano nel loro ultimo messaggio pubblico Connie e Chris Gard, che poi aggiungevano, «Dal momento che non ci è stato permesso di realizzare il nostro desiderio, abbiamo chiesto di poter avere del tempo extra, ma anche questo ci è stato negato».

I problemi sono tantissimi e qui sotto li analizziamo, almeno i principali: ma oggi che sarebbe il primo compleanno di quel bimbo abbiamo tutti bisogno di una risposta sul destino finale e immediato di Charlie, come del resto di tutti noi. Ancora non sono stati rivelati giorno e luogo dei funerali, un “mistero” che va avanti da giorni e che forse racchiude la necessità della famiglia di un momento di lunga riflessione e soprattutto di preghiera per poter avere la forza di partire. Anzi di ri-partire: da quel 4 agosto di un anno fa di cose ne sono successe tante. E la memoria del piccolo e amato Charlie non sarà certo messa da parte, come il mondo spesso “consiglia” per superare i drammi e i lutti. C’è bisogno di passare e soffermarsi su quel “musino” innocente ed eroico per capire bene da dove ripartire in una vita complessa, dolorosa, ma non ancora conclusa per quei genitori e per chiunque si è interessato e commosso davanti all’intera vicenda umana del piccolo grande Charlie. Ripetiamo, tanti auguri caro.

PARLA IL CARD. ELIO SGRECCIA

Con una lettera indirizzata al quotidiano cattolico Avvenire, ha parlato sulla vicenda di Charlie Gard il cardinale e biioeticista Elio Sgreccia, sottolineando la sua solidarietà ai genitori del piccolo bimbo inglese di fronte ad un diritto incredibilmente negato da medici e dalla Corte di Londra. «Ritengo che a Chris e Connie Gard sia stato tolto e impedito un diritto che fa parte del loro essere genitori: quello di vedere morire il bambino sulle loro braccia, e di vederlo morire naturalmente». Secondo Sgreccia i tempi della vita sono due: c’è il vivere, ma c’è anche il morire, e dentro a questa dimensione il cardinale espone la sua personale riflessione: « Alle volte non si può agire con le terapie perché si tratta di un morire fatale, che non ha rimedi, ma questo non vuol dire che è un ‘niente’. Il morire è una parte del vivere, e anche se non può essere fermato con le terapie o, come in questo caso, sospeso con una sperimentazione, è comunque un momento importante dell’esistenza», scrive ancora Sgreccia nella corposa lettera. Il problema rilevato è quello “centrale” dello staccare la spina di ventilatore e sostanze per l’alimentazione: « Chi autorizza a staccare?

È l’organismo che si stacca quando sente che non è più capace di reggere un’esistenza, quella spirituale, più grande di noi, e questo momento del morire, che può prolungarsi per giornate, per mesi, alle volte per anni, va accompagnato». Secondo Sgreccia, in sostanza, i genitori di Charlie Gard sono stati “costretti” e privati del giusto diritto di poter assistere nel lungo (o breve, nessuno lo sa) percorso verso la morte; «Staccare silenziosamente, in assenza dei genitori, lontano da occhi indiscreti, i tubi che permettono il sostentamento vitale, mi sembra una violenza al diritto dei genitori, e soprattutto alla dignità del morente. Solo dopo aver esalato l’ultimo respiro è lecito staccare».