Brian Fisher ha deciso di abbandonare, con una semplice telefonata, il suo lavoro in una grossa società che commerciava pesci persici in tutti gli Stati Uniti, per unirsi e lavorare a tempo pieno nel movimento pro-life. Sfruttando le sue competenze nel telemarketing, l’obiettivo ambizioso di Fisher è quello di “intercettare” ogni donna alle prese con un aborto, e metterla in contatto con i centri di consulenza per le gravidanze pro-life. Per farlo, Fisher ha utilizzato un vero e proprio algoritmo, cercando di contattare quelle donne che avevano ricercato su internet parole come “aborto libero” o che comunque avessero cercato informazioni su come abortire. I primi frutti di questo tipo di strategia sono arrivati nel 2010, con una donna che si è imbattuta in uno dei pop-up che Fisher aveva inserito negli annunci di chi cercava cliniche per abortire: una donna si è messa in contatto con il personale del centro pro-life e ha poi deciso, di comune accordo con il suo fidanzato, di portare la gravidanza a termine.



L’UOMO CHE SALVA LE GRAVIDANZE

LA STORIA DI BRIAN FISHER, PRO-LIFE A TEMPO PIENO

Questo primo successo portò Fisher ad essere estremamente commosso, come ha dichiarato a The Register: “Ho sentito che Dio mi aveva chiamato per salvare qualcuno.”, ha detto. Oggi, Fisher è un cristiano impegnato, è il presidente e co-fondatore di “coalizione umana” con sede a Dallas, uno dei più grandi organi pro-life degli Stati Uniti, con sette cliniche in quattro città degli USA – Atlanta, Dallas, Pittsburgh e Raleigh, North Carolina – e una rete di 35 centri supplementari che collaborano nella missione a tempo pieno, con un bilancio annuale si avvicina 10 milioni di dollari. “Il nostro compito è quello di rendere l’aborto impensabile e non disponibile”, ha affermato Fisher. “Lo facciamo raggiungendo i 1,2 milioni di donne determinate ad abortire che cercano di porre fine alleloro gravidanze ogni anno.” Anche se al momento l’associazione di Fisher riesce a raggiungere solo il 3% delle donne che stanno pensando di interrompere la loro gravidanza negli Stati Uniti d’America, l’associazione è assolutamente determinata ad andare avanti.

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