I Ris di Roma hanno trovato un altro pezzo del corpo di Vincenzo Ruggiero, attivista gay fatto a pezzi e murato. In un tombino del garage di Ponticelli sono state trovate la mano sinistra e alcune dita del ragazzo. L’arto era stato murato con della calce. Da qualche giorno gli abitanti avevano lamentato la puzza che proveniva proprio dal tombino. La testa del povero ragazzo, invece, non è ancora stata trovata. Intanto l’assassino Ciro Guarente continua a non voler parlare con gli inquirenti, ma la procura è comunque sulla buona strada. C’è il movente, cioè la gelosia per Vincenzo, e il corpo della vittima. Mentre l’omicida resta rinchiuso nella sua cella d’isolamento del carcere di Santa Maria Capua Vetere, sono stati eseguiti vari sopralluoghi da parte dei carabinieri del Ris alla presa dei legali difensori del reo confesso. Il primo è avvenuto nella casa ad Aversa, il secondo nel deposito giudiziario di autovetture, sempre ad Aversa, dove si trova l’auto di Guarente sequestrata dalle forze dell’ordine; infine il box auto, diventato la tomba di Vincenzo Ruggiero. Il consulente dell’organo inquirente, Carmine Testa, invece si occupa degli esami sul telefono cellulare dell’assassino. Si tratta dello stesso consulente impiegato nel caso di Tiziana Cantone, quando è stato necessario sbloccare il telefono Apple della 31enne di Mugnano.
Si è così entrati in una fase più riservata delle indagini sull’omicidio di Vincenzo Ruggiero. Raccolta la confessione di Ciro Guarente, risultata in parte non veritiera, ritrovati alcuni dei resti del cadavere della vittima, la procura ora sta provando a identificare il complice di Guarente, ascoltando amici e parenti dell’indagato e di Ruggiero. Tra le persone ascoltate anche Heven Grimaldi, trans ex fidanzata di Ciro Guarente. Stando a quanto riportato dalle Cronache della Campania, potrebbe finire nel registro degli indagati per favoreggiamento. Ciò non la rende colpevole di nulla, ma la sua posizione e le eventuali responsabilità verranno chiarite con le indagini. Sta di fatto che è stata interrogata per cinque ore alla presenza del suo avvocato: ha dovuto spiegare perché non si è accorta di nulla quando è rientrata nell’appartamento dove Vincenzo Ruggiero è stato ucciso.