Non ce l’ha fatta il cardinale Dionigi Tettamanzi, morto a Milano al termine di una lunga battaglia contro la malattia. L’arcivescovo emerito di Milano si è spento nella Villa Sacro Cuore. Papa Francesco ha inviato al cardinale Angelo Scola, amministratore apostolico, e monsignor Mario Delpini, arcivescovo eletto dell’arcidiocesi di Milano, un telegramma di cordoglio, con il quale ha espresso le sue condoglianze ai familiari e alla comunità diocesana. Il pontefice lo ha definito come uno dei «figli più illustri e tra i pastori più amabili e amati». Bergoglio ha anche evidenziato l’opera culturale e pastorale del cardinale, «che nella sua feconda esistenza ha testimoniato con gioia il Vangelo e servito docilmente la Chiesa». Il cardinale Dionigi Tettamanzi si è distinto per Papa Francesco anche «come pastore sollecito, totalmente dedito alle necessità e al bene dei sacerdoti e dei fedeli tutti, con una peculiare attenzione ai temi della famiglia, del matrimonio e della bioetica, dei quali era particolarmente esperto». (agg. di Silvana Palazzo)



IL CARDINALE DIONIGI TETTAMANZI

SI È SPENTO NELLA VILLA SACRO CUORE

Il cardinale Dionigi Tettamanzi è morto. Lo riferisce l’Ansa, sottolineando che il prelato, già Arcivescovo di Milano dal 2002 al 2011, si è spento oggi, sabato 5 agosto, intorno alle 10:30 nella Villa Sacro Cuore, la ‘Casa di spiritualità della Diocesi’, a Triuggio, in Brianza, dove aveva deciso di ritirarsi dopo la fine del mandato. Tettamanzi, 83 anni, è deceduto dopo una lunga malattia circondato dall’affetto dei familiari e di Marina, la sua storica assistente. Nato a Renate, il 14 marzo 1934, nella giornata di ieri ad annunciare in una nota che le condizioni del cardinale Tettamanzi si erano “particolarmente aggravate”, e ad invitare la comunità diocesana a pregare per lui, erano stati il cardinale Angelo Scola e il neo eletto arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini. Se ne va così una delle personalità di maggiore spicco della società e della chiesa milanese e italiana degli ultimi anni. (agg. di Dario D’Angelo)



IL PEGGIORAMENTO

Si erano ulteriormente aggravate le condizioni di salute del cardinale Dionigi Tettamanzi, arcivescovo emerito di Milano, morto stamattina. Lo avevano fatto sapere il cardinale Angelo Scola e monsignor Mario Delpini. Nel messaggio breve l’amministratore apostolico e l’arcivescovo eletto dell’arcidiocesi di Milano avevano colto l’occasione per invitare la comunità diocesana e quanti lo stimavano a pregare per lui. La città si era stretta attorno a Dionigi Tettamanzi. Il bollettino medico della Villa Sacro Cuore di Triuggio, la casa di spiritualità della Diocesi dove si era ritirato al termine del suo mandato, aveva definito «critiche» le sue condizioni.  Dopo aver celebrato la messa a Natale, Tettamanzi è apparso sempre più affaticato. Nella scorsa primavera è stato necessario un altro ricovero in ospedale. Il cardinale ha però manifestato sempre il desiderio di finire i suoi giorni a Triuggi. Non è mai stato lasciato solo da Marina Oggioni, la perpetua di una vita. Negli ultimi giorni – come riportato dal Corriere della Sera – si sono susseguite anche le visite del neo eletto arcivescovo di Milano, Mario Delpini, il quale ha firmato con Scola la nota che informava i fedeli dell’ulteriore aggravarsi della malattia, preparandoli all’ineluttabile.



L’INCONTRO COMMOVENTE CON PAPA FRANCESCO

L’ultima uscita di Dionigi Tettamanzi risaliva al 25 marzo, durante la visita di Papa Francesco. Costretto sulla sedia a rotelle ma perfettamente lucido, il cardinale volle partecipare alla messa in Duomo. L’incontro con il pontefice fu commovente: Bergoglio si fermò a lungo per parlargli e lo salutò privatamente nella sacrestia, oltre che prima di salire sull’altare. Una volta terminato il suo episcopato, il cardinale Tettamanzi ha rinunciato a qualsiasi presenza mediatica, infatti non ha più rilasciato interviste, ma non ha mai smesso di incontrare i fedeli. Da anni, da quando era ancora arcivescovo di Milano, combatteva con una malattia per la quale era stato sottoposto a diversi interventi chirurgici e che purtroppo ha avuto la meglio su di lui.