La storia di Bernarda Di Miceli, maestra palermitana, è destinata a entrare nel Guinness. La donna il prossimo 14 febbraio compirà 70 anni, ma per lei la pensione è ancora un traguardo lontano. Così lontano che dopo 40 anni di precariato finalmente è riuscita ad ottenere l’ambita cattedra utile a farle raggiungere i 20 anni di contributi minimi per potersi garantire, appunto, una vecchiaia serena. Il prossimo mercoledì la 69enne firmerà il suo contratto a tempo indeterminato che la vedrà insegnare, dal prossimo settembre, alla scuola elementare Pio La Torre nel Capoluogo siciliano. A raccontare la sua storia emblematica è stata la stessa insegnante in una intervista a Repubblica.it, nel corso della quale ha ripercorso il suo primo indimenticabile giorno di scuola dietro una cattedra. Erano i primi anni ’70 ed a comunicarle l’assegnazione di una supplenza fu lo stesso bidello in persona che le consegnò la lettera d’incarico. Da allora sono passati 40 anni, fatti di lotte ed attese per una cattedra che è arrivata solo ora, alla vigilia del suo 70esimo compleanno. “Sarò probabilmente la docente più anziana mai assunta”, ha commentato al quotidiano, al quale ha rivelato, “Nella mia carriera ho avuto mille o duemila studenti, alcuni mi chiamavano mamma. Vorrà dire che adesso mi chiameranno nonna…”.
INSEGNANTE ASSUNTA A 69 ANNI: LA STORIA DI BERNARDA DI MICELI
40 ANNI DI PRECARIATO: IN GRADUATORIA DAL 1985 AL 2013
Dopo aver conseguito il diploma nell’anno scolastico 1969-70, Bernarda Di Miceli, la futura neo insegnante all’incredibile età (pensionabile) di 69 anni, diede il via alla sua carriera scolastica, durata però solo pochi anni. Nel 1975 giunsero per lei il matrimonio e successivamente i figli. Nel 1985 vinse il concorso a cattedre alla scuola elementare ma non essendo rientrata nei posti disponibili fece l’inserimento in graduatoria che inaugurò ufficialmente la sua “lunghissima vita da precaria della scuola”. Il posto fisso tanto ambito non è mai arrivato e per molti anni la 69enne ha girato l’intera provincia. “Mi alzavo all’alba, preparavo la colazione per la mia famiglia, mettevo un po’ di ordine e poi correvo verso il bus o il treno”, ricorda oggi. Poi arrivò l’esperienza di insegnante di sostegno che Bernarda ricorda con estremo piacere. Fino al 2013 è sempre stata in graduatoria ed a causa degli impegni familiari – l’insegnante è madre di sei figli – non ha potuto accettare tutte le supplenze.
Successivamente il provveditorato agli studi di Palermo, in vista dell’aggiornamento 2014-2017 la escluse per il raggiungimento del limite di età. La donna però, non sarebbe potuta essere depennata dalla graduatoria: “Io non avevo ancora compiuto 66 anni e tre mesi per appena 4 giorni”, ha spiegato Di Miceli. “Così mia figlia (che di mestiere fa l’avvocato, ndr) ha insistito perché presentassi lo stesso la domanda di inserimento e facessi il ricorso al giudice del lavoro”. Quest’anno è giunta la sentenza che ha confermato il diritto della donna di restare in graduatoria e per tale motivo ha oggi diritto alla sua cattedra. All’emozione per il suo ritorno a scuola tra i suoi bambini ora c’è anche la felicità di poter completare finalmente anche la retribuzione minima per la meritata pensione.