L’Unione Europea teme le conseguenze delle nuove sanzioni che hanno colpito la Russia sotto il profilo commerciale ed economico, dopo lo scontro istituzionale tra Mosca e il Congresso Usa sul fronte della spinosa vicenda nordcoreana. Il problema per l’Ue è che ancora sta pagando le sanzioni commerciali dell’embargo russo dello scorso 2014 e si rischia di peggiorare la situazione per quanto riguarda queste nuove sanzioni, questa volta fatte dagli Stati Uniti: «Il Consiglio dell’Unione europea il 28 giugno ha adottato una decisione formale di prorogare di sei mesi le misure restrittive economiche contro la Federazione Russa in vigore fino alla fine di luglio 2017. Il presidente russo Vladimir Putin il 30 giugno ha firmato un decreto per estendere la risposta alle sanzioni occidentali fino al 31 dicembre 2018», si legge nel report pubblicato da Sputnik News. L’embargo ha influenzato le esportazioni agroalimentari dell’Unione Europea in Russia, che sono scese «da circa 11,8 miliardi di euro nel 2013 a circa 5,6 miliardi di euro nel 2016» ha riportato la Commissione Europea. (agg di Niccolò Magnani)



TERZA GUERRA MONDIALE: STATI UNITI CONTRO RUSSIA

NUOVE MINACCE DI PYONGYANG

La Corea del Nord, anche di fronte alle nuove sanzioni, non accenna a fare un passo indietro, ma anzi va avanti per la sua strada senza tralasciare le consuete provocazioni che ormai da tempo la contraddistinguono e che ad oggi continuano a rappresentare una sorta di anticamera di una terza guerra mondiale. Dopo le sanzioni decise dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu e in vista di nuove azioni militari nei suoi confronti, il regime di Pyongyang fa sapere di essere pronto a rispondere con un “mare di fuoco”, come riporta oggi Il Giornale. “Il giorno in cui gli Stati Uniti si azzardino a provocare la nostra nazione con armi nucleari o con sanzioni, il territorio statunitense sarà sommerso da un inimmaginabile mare di fuoco”, è quanto si legge in un editoriale del Rodong Sinmun, il quotidiano ufficiale del regime e che contribuisce a far aumentare gli allarmismi. La Corea del Nord ormai da mesi porta avanti indisturbata i suoi test missilistici ed ora potrebbe intervenire concretamente per cercare di affrontare le misure che potrebbero rallentare il suo export, il quale si aggira su un valore pari a 3 miliardi di dollari. Ora, in seguito alle nuove sanzioni, è previsto il divieto di esportazione di ferro, carbone, piombo e frutti di mare della Corea del Nord. Divieti che hanno provocato la replica stizzita del regime di Pyongyang attraverso il suo organo di informazione ufficiale. Nel medesimo editoriale si legge infatti che proprio le azioni degli Usa e dei suoi alleati contribuirebbero a rafforzare l’esercito nordcoreano. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



USA: GUERRA PREVENTIVA CONTRO COREA DEL NORD?

Gli Stati Uniti non diminuiscono la portata dello scontro con la Corea del Nord, rispondendo alle minacce di Pyongyang non provando ancora ad abbassare quei toni da terza guerra mondiale che ancora spaventano il mondo intero. «”Gli Usa sono pronti a tutte le opzioni per contrastare la minaccia nucleare rappresentata dalla Corea del Nord, compresa quella di una guerra preventiva». Lo ha detto il consigliere per la sicurezza nazionale americano H.R. McMaster alla Mnsbc, nel giorno in cui la Cina sta provando a convincere l’alleato nordcoreano a desistere dal programma nucleare. «Il presidente Trump – ha aggiunto ancora il generale – ha detto che non tollererà più le minacce della Corea del Nord. L’opzione militare è dunque sul tavolo». L’Onu per la seconda volta nel giro di due mesi ha rilanciato nuove sanzioni contro Pyongyang, stavolta votate anche dalla Cina che sta cercando di “rispondere” all’appello di Trump di fare di più nella vicenda nordcoreana. McMaster ha voluto però precisare nell’intervista di essere consapevole che ogni attacco alla Corea del Nord potrebbe portare ad una guerra «molto costosa che potrebbe causare sofferenze immense soprattutto alla popolazione sudcoreana». (agg. di Niccolò Magnani)



CINA A COREA DEL NORD: “BASTA PROVOCAZIONI”

Un vertice importante quello del Sud-Est Asiatico, dove il fronte di guerra mondiale che rischia di scoppiare per le provocazioni della Corea del Nord (e dell’aggressività americana) è messo sul tavolo delle trattative, specie tra Cina e Corea del Nord. Importante, se non decisivo, il dialogo in corso tra il ministro degli Esteri Wang Yi e il suo omologo nordcoreano Ri Yong Ho: dopo settimane in cui l’amministrazione Trump chiedeva un intervento decisivo di Pechino contro il rivale di Pyongyang, e quest’oggi è arrivato. «Basta con le provocazioni, dovete cessare i test missilistici e nucleari», sono le parole del diplomatico cinese che ne ha ovviamente anche per gli “alleati” Usa e Corea del Sud. «Fermare le crescenti tensioni», invita Wang Yi, ricordando come tutte le parti in causa dovrebbero tornare al tavolo dei negoziasti. (agg. di Niccolò Magnani)

WSJ: “PUTIN CONTRO L’ORDINE MONDIALE AMERICANO

La Russia irrompe sulla scena internazionale e lo fa con l’obiettivo di far saltare l’ordine mondiale guidato dagli Stati Uniti. Vladimir Putin vuole riscrivere le regole della politica internazionale, ma il rischio è che la rottura di certi equilibri porti ad un conflitto di grandi proporzioni, quale sarebbe la Terza guerra mondiale. La svolta del Cremlino è stata descritta dal Wall Street Journal. La Russia è presente nel Medio Oriente, in Europa, in alcune parti dell’Africa e addirittura anche in America Latina: sono tante le opportunità che Mosca sta cogliendo. Inoltre, sta sfruttando le divisioni in Occidente per imporsi. L’obiettivo è semplice in teoria, ma resta complesso nella sua realizzazione: la Russia vuole rafforzare la sua influenza a scapito degli Stati Uniti e delle regole che sono state fissate al termine della Seconda guerra mondiale. La strategia è altrettanto chiara: Vladimir Putin sfrutta i varchi lasciati da Washington e dai suoi partner. Il problema è che Mosca non intende imporre determinate condizioni in alcune zone del mondo, ma si muove con l’unico intento di distruggere l’ordine internazionale guidato dagli Stati Uniti, fondato sul liberismo economico, la democrazia e lo stato di diritto.

LA RISPOSTA A PUTIN: ARMI ALL’UCRAINA

Gli Stati Uniti dal canto loro vogliono alzare il fattore di contenimento dell’aggressione russa, per questo stanno pensando di mandare mezzi e armi all’Ucraina. Il Pentagono, stando a quanto riportato da NBC News, ha raccomandato alla Casa Bianca di fornire a Kiev gli anticarro Javelin, per un valore totale di 50 milioni di dollari, ma non è stata ancora presa una decisione finale. Non ci sono stati commenti da parte del Pentagono in merito alle indiscrezioni emerse, ma intanto il rappresentante ufficiale del Dipartimento di Stato Usa, Heather Nauert, ha precisato che non si escluda la possibilità di mandare armi di difesa all’Ucraina. Sono ancora tanti gli aspetti oscuri di questa vicenda: ad esempio non si sa neppure se gli Stati Uniti si limiteranno a mandare gli anticarro Javelin attraverso degli intermediari e se i militari americani insegneranno ai colleghi ucraini come usarli. Questa notizia comunque desta qualche preoccupazione. Secondo Laurent Thompson del Lexington Institute questa mossa potrebbe scatenare una guerra: «Cosa faremmo se la Russia cominciasse a dare armi al Messico? Questo potrebbe portare a una guerra», ha dichiarato l’esperta.