Non si arresta la scalata verso il successo di Lactatia, la più piccola drag queen al mondo. Nemis Quinn Melancon-Golden ha solo 8 anni, ma ha già debuttato con Bianca Del Rio e sta calcando i palcoscenici canadesi. La sua storia però sta facendo discutere: la comunità LGBT lo celebra e osanna, e così fa con la famiglia che lo sta incoraggiando, ma c’è chi accusa i genitori di abuso di minore. I genitori di Nemis hanno raccontato che quando non interpreta il personaggio di Lactatia si identifica come un ragazzo, ma quando è la drag queen si sente come una ragazza con il pene. La questione è davvero delicata e richiede diverse chiavi di lettura. Tralasciando le inclinazioni del piccolo Nemis, non va trascurato il ruolo degli adulti in questa vicenda. Può configurarsi l’imposizione da parte dei genitori di un identità, così come il rischio che il minore venga esposto ad una sessualizzazione precoce. Del resto come può un bambino di otto anni avere le idee già chiare sulla propria sessualità?
DRAG QUEEN A 8 ANNI: LA STORIA DI LACTATIA
I GENITORI NEL MIRINO DELLE POLEMICHE
La cronaca è piena di vicende nelle quali i genitori discriminano i figli perché gay, quindi la storia di Nemis potrebbe essere quella di una famiglia che non ha stereotipi, ma nella vicenda di Nemis c’è ben più di questo. Due ex attivisti gay, Greg Quinlan e Stephen Nero, sono convinti che questo sia uno di quei casi in cui i bambini vengono sacrificati per realizzare i sogni e le aspirazioni dei genitori. Sempre presenti negli eventi in cui presenzia il bambino, i genitori sono sicuri così di garantirgli un ambiente sicuro. Ma il concetto di sicurezza è ben più complesso e comprende anche la sfera psicologica. Non è detto che così lo stiano incoraggiando a fare le proprie scelte… Gli stanno mostrando una scelta per il futuro o gli stanno imponendo già il suo futuro? «Mi sento drag da quando sono nato, mia madre mi aiuta a truccarmi e mi supporta», ha raccontato Nemis.