Su Il Fatto Quotidiano in edicola oggi, pubblicato un lungo approfondimento sul caso che, tra Fede e Business, sta scuotendo la Calabria negli ultimi giorni. La vicenda non ha raccolto grande attenzione a livello nazionale, ma a livello locale, soprattutto nella zona della provincia di Vibo Valentia dove si stanno svolgendo i fatti, sta creando grande scalpore. Si tratta della revoca dalla parte della Diocesi locale del riconoscimento come luogo di culto del cosiddetto santuario voluto da Mamma Natuzza, al secolo Natuzza Evolo, mistica di Paravati di Mileto (Vibo Valentia), che nel corso della sua vita venne venerata come una Santa, affermando di aver avuto colloqui diretti con Gesù e la Vergine Maria, col suo corpo segnato dalle stimmate come quello di Padre Pio. Sposata e madre di cinque figli, Mamma Natuzza ha ancora oggi, a otto anni dalla sua scomparsa avvenuta nel 2009, una foltissima schiera di seguaci che hanno realizzato quello che era stato il suo ultimo desiderio.
IL SANTUARIO DI MAMMA NATUZZA IN CALABRIA
LA DIOCESI REVOCA IL RICONOSCIMENTO A LUOGO DI CULTO
Nel suo testamento spirituale, infatti, Mamma Natuzza aveva lasciato in eredità l’ultimo messaggio della Vergine Maria, che le aveva richiesto la costruzione di una cittadella per i devoti con un grande santuario, dove radunarsi in preghiera e proseguire l’opera della mistica. Venne allestita una fondazione, chiamata “Cuore immacolato di Maria rifugio delle anime”, che facendo affidamento sul grande numero di seguaci sui quali Mamma Natuzza poteva contare, ha raccolto milioni di euro per la fondazione e l’allestimento del santuario, compresa la costruzione della gigantesca chiesa con tremila posti a sedere. Un luogo di culto ormai riconosciuto e consolidato, ma la scorsa settimana è arivata la doccia fredda col vescovo Luigi Renzo che ha revocato con un decreto l’autorizzazione al culto per il santuario: una decisione che ha provocato una fortissima tensione tra i laici che gestiscono la fondazione e la diocesi calabrese.
LA POLEMICA DEGLI “ERETICI LAICI”
La polemica nasce dalla proposta di modifica della fondazione partita dalla diocesi con il sostegno della CEI. Una richiesta che ha provocato da subito la rivolta dei laici, che hanno sottolineato l’intoccabilità dello statuto della fondazione “Cuore immacolato di Maria rifugio delle anime”, considerando Mamma Natuzza una messaggera diretta della Vergine Maria, dunque detentrice di un mandato divino a prescindere dalle valutazioni delle autorità ecclesiastiche. Affermazioni considerate addirittura eretiche dalla diocesi, visto che Mamma Natuzza non è passata attraverso un processo di canonizzazione, né tantomeno le testimonianze relative alle apparizioni divine che l’avrebbero coinvolta sono state formanlmente riconosciute. C’è chi parla del business delle offerte dei fedeli, che raggiunge milioni di euro ogni anno, come parte centrale di una polemica che ha coinvolto anche un avvocato conosciuto come massone, esponente del Grande Oriente d’Italia in Calabria e eletto capo della fondazione, una nomina che alla diocesi non sarebbe piaciuta per niente.