Potrebbe aprirsi un nuovo capitolo in uno dei casi più misteriosi degli ultimi cinquant’anni, quello del Mostro di Firenze. Per l’uccisione a colpi di pistola di otto coppie, tra il 1968 e il 1985, vennero arrestati Pietro Pacciani, Mario Vanni e Giancarlo Lotti. Il primo morì per infarto poco prima che cominciasse un nuovo processo contro di lui, gli altri due vennero condannati. Per gli inquirenti però i tre amici erano solo gli esecutori materiali dei delitti. Per chi ha indagato ci sarebbero misteriosi mandanti, una cupola di ricchi professionisti insospettabili, che avrebbe commissionato gli omicidi forse per compiere dei riti. Ad alcune delle donne uccise vennero infatti asportati pube e seno sinistro. Ad avvalorare questi tesi è l’ammissione clamorosa di Giampiero Vigilanti, ex legionario di 87 anni che recentemente è stato indagato per i delitti del Mostro di Firenze. «Mi trovavo con Francesco Narducci quando venni fermato dai carabinieri. Eravamo in auto a fare un giro… Quella sera ero molto preoccupato, ma solo il giorno dopo appresi che quella sera avevano ammazzato quei due…». Questa dichiarazione resa a Giallo potrebbe aprire nuovi scenari.



MOSTRO DI FIRENZE: SVOLTA VICINA NELLE INDAGINI

IL COLLEGAMENTO TRA ESECUTORI MATERIALI E MANDANTI

Perché la testimonianza di Giampiero Vigilanti potrebbe essere di grande importanza nelle indagini ancora in corso sul Mostro di Firenze? Secondo gli inquirenti è implicato nel caso: non solo conosceva Pietro Pacciani e abitava vicino a lui, ma ha ammesso di sapere molte cose. Innanzitutto ha ammesso di essere stato amico anche di Francesco Narducci, medico gastroenterologo e professore universitario di Perugia morto l’8 ottobre 1985 in circostanze mai chiarite. Un mese prima venne uccisa l’ultima coppia vittima del Mostro e da quel giorno il Mostro di Firenze non uccise mai più. Dopo la riesumazione del cadavere, gli inquirenti scoprirono che non si trattò di un incidente o un suicidio, ma che era stato strangolato. E accusarono Francesco Calamandrei, farmacista di San Casciano morto diversi anni fa, che venne assolto. La Procura sostiene che Narducci sia stato ucciso perché sapeva troppo degli omicidi del Mostro di Firenze e forse voleva parlarne con i magistrati. Potrebbe anche aver fatto parte del gruppo di mandanti dei delitti. La dichiarazione di Vigilanti a Giallo, dunque, rappresenta il primo vero collegamento tra gli esecutori materiali degli omicidi e i mandanti.



LE OMBRE SULL’EX LEGIONARIO GIAMPIERO VIGILANTI

Giampiero Vigilanti ha raccontato a Giallo di essere stato spesso interrogato per appurare se c’entra qualcosa con i delitti del Mostro di Firenze, ma finora non ha ricevuto alcuna notifica, quindi non risulta indagato. «Io non ho ucciso nessuno, sia ben chiaro…», precisa. Già una settimana dopo l’ultimo omicidio i carabinieri perquisirono l’abitazione dell’ex legionario perché ritenevano che potesse essere lui il Mostro di Firenze. Nel 1994 trovarono 176 proiettili Winchester serie H del 1981, gli stessi usati dal Mostro di Firenze. «Avevo quattro pistole, regolarmente detenute, ma a settembre dello scorso anno me le hanno rubate», racconta a Giallo. Sono tanti gli interrogativi a cui trovare risposta: perché girava insieme con Narducci per le campagne fiorentine? Da quali donne andavano? Perché dopo il quarto duplice omicidio non si videro più? Stranamente l’ex legionario conosceva anche Calamandrei, che venne accusato e poi assolto per la morte di Narducci. Sospetti dai quali si smarca: «Io credo di essermi trovato al momento sbagliato nel posto sbagliato». Intanto proseguono le indagini della Procura di Firenze: cercano ancora la pistola Beretta calibro 22 e stanno per effettuare nuove analisi tecnico-scientifiche sui reperti conservati e prelevati sulle varie scene del crimine. Inoltre, sono state disposte perizie balistiche che non erano mai state fatte prima. 

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