Papa Francesco, per usare unna immagine un pò colorita pare non sia molto diverso da Donald Trump quando si tratta di fare fuori collaboratori. Tanti sono quelli che ha sostituito, a volte anche con un solo sguardo. Il retroscena è stato svelato dal beninformato Luigi Bisignani, secondo cui il pontefice ha affidato al Segretario di Stato Pietro Parolin il ruolo dell’arbitro severo. In occasione degli auguri di Pasqua, avrebbe mandato una mail d’ammonimento a Maria Pia Garavaglia, già Ministro della Salute, messa a capo della Fondazione Luigi Maria Monti, che controlla l’Istituto dermopatico dell’Immacolata. Nelle tre pagine del 23 aprile scorso – stando a quanto rivelato da Bisignani a Il Tempo – avrebbe evidenziato la distanza di vedute, rimproverandola per non aver «avuto tempo di incontrare un cardinale come Donald Wuerl», suo prezioso consigliere, e per la gestione finanziaria dell’Istituto. Conclude poi chiedendo di essere «gentilmente consultato prima di ogni nomina rilevante». Colpa anche di un calo delle entrate: da 50mila euro al giorno a meno di 20mila durante la guida della Garavaglia. Vanificati così gli sforzi del cardinale Giuseppe Versaldi per rilanciare il brand. E manca ancora il bilancio 2016, quindi i revisori hanno minacciato azioni.



PAPA FRANCESCO FA IL “MINISTRO DELL’ECONOMIA”

CADE LA TESTA DELLA GARAVAGLIA, POI TOCCA A ENOC?

Nella lettera su cui ha fatto luce Luigi Bisignani sulle colonne de Il Tempo viene poi affrontata la delicata questione relativa alla riduzione del personale, che ha destato le preoccupazioni di papa Francesco, secondo cui «si deve fare tutto il possibile per scongiurare l’evenienza, perché il lavoro è un diritto fondamentale che è un diritto alla dignità e non va smantellato». Un segnale eloquente per Maria Pia Garavaglia, che però non ha fornito i riscontri attesi. Da qui la decisione di mandarle una lettera a metà giugno per comunicarle l’avvicendamento nella carica di presidente della Fondazione Luigi Maria Monti. Neppure una riga di ringraziamento nel comunicato ufficiale.



Ora a tremare è Mariella Enoc, presidente dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù, sui cui conti hanno acceso un faro le principali banche italiane. Il patrimonio di oltre 500 milioni di euro si sarebbe ridotto e il bilancio dovrebbe chiudersi a 100 milioni di perdite. Un modesto passivo, ma scatta l’allarme nella sanità cattolica.

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