Quanto accaduto alla modella inglese Chloe Ayling, rapita a Milano e poi consegnata dopo una settimana dal suo rapitore, dopo essere stata venduta all’asta online, ha dell’incredibile. Con il passare delle ore, sebbene restino ancora oscuri alcuni aspetti della vicenda, continuano ad emergere dettagli choc. La giovane, come riporta il DailyMail online, ha dichiarato di aver ricevuto diverse avances dal suo rapitore, il 30enne polacco ora arrestato, Lukasz Herba, “ma l’ho fermato, rimandando al futuro la nostra conoscenza”, ha asserito. “Gli facevo credere che saremmo diventati più intimi dopo il sequestro”, ha aggiunto la modella, che ha però ribadito come tra i due non ci sia stato alcun rapporto, né sia stata vittima di molestie. “Ricordo che mi stavo facendo la doccia mentre lui mi guardava. Mi disse di continuare a farmi la doccia e che non ce la faceva più a trattenersi, così ha compiuto un atto sessuale”, ha ancora proseguito la 20enne. Chloe ha poi ammesso di non essersi mai ribellata durante i sei giorni di sequestro poiché vedeva in Herba la sua unica salvezza. Intanto sarebbero emerse anche alcuni nuove foto choc del momento e del luogo del sequestro, spedite via mail ad alcuni giornali britannici in cui la 20enne è sdraiata sul pavimento con addosso un body rosa e l’etichetta della vendita. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



L’ASSURDA STORIA DELLA MODELLA RAPITA A MILANO

DROGATA, RAPITA E SEQUESTRATA

Quella di Chloe Ayling è una storia che ha ancora tanti punti oscuri. Ci sono infatti ancora molti aspetti confusi circa il suo rapimento. La modella inglese di 20 anni sarebbe stata attirata per un servizio fotografico a Milano, dove è stata drogata, rapita e sequestrata per una settimana in un casolare in provincia di Torino con la minaccia di essere venduta sul deep web se non fosse stato pagato un riscatto. Quando i suoi cinque carcerieri avrebbero scoperto che aveva un figlio avrebbero deciso di liberarla. I sequestratori avevano chiesto un riscatto di 300mila euro in bitcoin al manager della ragazza, ma il 17 luglio Chloe Ayling e Lukasz Pawel Herba, l’uomo che l’avrebbe rapita, si sono presentati al consolato britannico di Milano. Il 30enne polacco è stato arrestato con l’accusa di sequestro di persona a scopo di estorsione. Alla modella aveva spiegato che il rapimento di una madre andava contro le regole del Black Death, una presunta organizzazione criminale che si occuperebbe proprio di rapire ragazze da mettere all’asta come schiave sessuali sul deep web.



GLI ASPETTI POCO CHIARI

La storia di Chloe Ayling ha fatto il giro del mondo in poco tempo, eppure gli aspetti poco chiari sono molteplici. E sembrano davvero bizzarri: in primis il fatto che il rapitore abbia accompagnato la ragazza al consolato britannico, consegnandosi alla polizia. Durante l’interrogatorio l’uomo avrebbe poi rivelato di essere malato di leucemia, senza fornire prove per dimostrarlo, e di aver bisogno di soldi per curarsi. Per questo motivo avrebbe cominciato a collaborare con tre rumeni di Birmingham che gli avrebbero dato 500mila sterline per affittare locali in diverse città europee da usare per i rapimenti. Loro lo avrebbero costretto a rapire Chloe Ayling e a inviare dal suo computer le richieste di riscatto. Un altro dettaglio è controverso: la modella è stata drogata con ketamina, ma la polizia ritiene impossibile che sia stata fatta un’iniezione attraverso il giubbino di pelle che indossava quando è stata rapita. E poi ci sarebbe un filmato che ritrae la modella e il rapitore mentre comprano delle scarpe. C’è poi il giallo della lettera nella quale viene spiegato che la liberazione è un atto di generosità e dove la ragazza viene intimata a non collaborare con la polizia e a versare 50mila sterline in bitcoin entro un mese. Poi avrebbe ricevuto un biglietto da visita con un indirizzo e-mail da contattare per avere informazioni da girare ai media per pubblicizzare Black Death. Il problema è che non ci sono conferme sull’esistenza di questa organizzazione criminale. Ma i tabloid The Sun ha pubblicato diverse foto a conferma del fatto che la modella sia stata messa in vendita: c’è una e-mail con l’annuncio e i dettagli fisici della ragazza, oltre che le sue condizioni.



I PRIMI RISCONTRI

Tanti i dubbi sulla ricostruzione della vicenda, emersi da più parti ma in particolare sui tabloid britannici, secondo cui la modella conosceva già il suo rapitore. Ma gli inquirenti e gli investigatori avrebbero trovato molti riscontri alla versione resa dalla modella: ad esempio, quella dell’uscita per comprare un paio di scarpe da ginnastica per lei. L’avvocato che segue Chloe Ayling in questa confusa vicenda ha spiegato che la modella è andata a fare shopping con il suo rapitore perché era stata minacciata di morte. «Le disse che l’avrebbe uccisa se avesse provato a far qualcosa, quindi ha pensato che sarebbe stato meglio essere gentile con lui». Ai microfoni della BBC Francesco Pesce ha spiegato che Chloe Ayling era stata rapita per essere venduta in Medio oriente come schiava sessuale. «È una storia strana ma del tutto vera», afferma l’avvocato della modella. Servirà però fare molta più chiarezza. Preziose in tal senso saranno le indagini.