Ci risiamo, arriva l’estate e come ogni anno i media devono trovare qualcosa che ci faccia pensare a quanto è brutto e cattivo questo mondo. A quanto e come sono violati sistematicamente i diritti umani. Come le spose bambine, di cui oggi ci si accorge essere addirittura più che raddoppiato il numero; accidenti che celerità, soprattutto nell’accorgersi che tutte le belle parole e le “poderose” campagne a colpi di tweet e inutili slogan non sono servite a nulla. Sì perché le spose bambine, come le donne vittime di violenza o i convertiti che rischiano la morte, non se ne fanno un bel niente delle parole. Ricordate la storia delle studentesse nigeriane rapite da Boko Haram? “Ridateci indietro le nostre figlie”, retwittavano le buoniste. Per fortuna loro non sono figlie vostre, altrimenti le avreste lasciate marcire nelle foreste: segregate, stuprate, uccise. E così per le spose bambine, che vedete ogni giorno davanti agli occhi, ma che nemmeno riconoscete.



Perché il fenomeno che vede più di 700 milioni di ragazzine sposate a forza con uomini di 30 o 40 anni più grandi è solo la punta dell’iceberg: mentre una di loro viene sposata con la violenza, altre mille raggiungono l’età “giusta” per fare la stessa fine. Mica solo in Siria, come oggi va di moda dire, ma anche qui nella civile Europa, e in quell’Italia che vuol mettere nero su bianco lo ius soli, ma non sa nemmeno (o spesso non vuole) riconoscere un estremista che dopo aver sposato contro la sua volontà una bambina la violenterà invocando un diritto inalienabile, la farà partorire figli su figli e poi non la vedremo più. Chiusa in casa. Viva o morta non lo sapremo mai.



Oggi ci si accorge di questa depravazione disumana, che fa scempio del corpo e dell’anima di un fiore appena nato. Ricordo con orrore la vicenda di una bambina, costretta a un matrimonio forzato con un uomo molto più grande di lei, morta dissanguata dopo il primo rapporto: lui usò un coltello per rendere adatto ciò che la natura rendeva inadatto. Un abominio, solo così si può definire. Lo stesso che stava per subire Nosheen Butt, che si è ribellata assieme alla madre a un matrimonio forzato: lei pestata a sprangate da padre e fratello, e viva per miracolo, la madre lapidata. A Novi di Modena, non a Raqqa oppure a Kabul. Le spose bambine sono sotto i vostri occhi, fate finta di non vederle. In preda all’ipocrisia buonista dilagante, che accompagna al patibolo giovani vite destinate a una sorte agghiacciante. E di cui vi ricordate solo d’estate, quando serve un argomento di cui parlare sotto l’ombrellone.

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