“Basta provocazioni reciproche”. Ci si era chiesti a lungo, negli ultimi giorni, quale potesse essere il ruolo della Cina nel crescendo di tensione tra Stati Uniti e Corea del Nord che sta facendo temere per lo scoppio di una Terza Guerra Mondiale. E la risposta di Pechino è stata perentoria, come quella di un arbitro che vuole far terminare le reciproche scorrettezze fra i contendenti. Ritenendo la situazione “altamente delicata e sensibile”, la Cina ha invitato Washington e Pyongyang a smorzare i toni e a provare a dialogare per trovare finalmente una soluzione alla lunga crisi internazionale, evitando così di ritrovarsi a discutere di un possibile attacco. Il dialogo e la reciproca comprensione, secondo la nota diffusa dal Ministero degli Esteri cinese, rappresentano l’unica chiave per evitare l’escalation che potrebbe far diventare incontrollabile la situazione. Il peso politico di Pechino è importante riguardo entrambe le potenze e potrebbe dunque stimolare il dialogo fra le parti. (agg. di Fabio Belli)



GLI ARMAMENTI DELLA COREA DEL NORD

Da tempo la Corea del Nord rivendica il possesso di armi balistiche e nucleari capaci di annientare definitivamente gli Stati Uniti, i quali a loro volta hanno intenzione di dare il via ad un “attacco preventivo” contro Pyongyang. Il regime di Kim, come ribadisce il Sole 24 ore, ha intanto fatto sapere di essere in grado di abbinare ai propri missili balistici intercontinentali Hwasong-14 – già collaudati nei precedenti test – le testate atomiche in grado di equipaggiarli. Un arsenale di fatto difficile da annientare con una “guerra preventiva” se non ai danni di milioni di vittime. Secondo una stima, di fatto, quasi certamente sarebbe impossibile annientare l’immenso arsenale missilistico ed atomico messo in piedi da Kim Jong-un il quale si sarebbe attrezzato con almeno 200 missili Nodong capaci di colpire il Giappone, ma anche con decine di Taepodong e Musudan che potrebbero distruggere facilmente Guam e altre basi americane nel Pacifico e in Alaska. Per colpire la Corea del Sud sarebbero più che sufficienti i 600 missili balistici degli Scud. Indipendentemente dai programmi missilistici ed atomici che il regime nordcoreano ha messo in atto dal 2004, l’ipotesi di una guerra preventiva da parte degli Usa potrebbe venire meno alla luce degli arsenali chimici di Kim che secondo alcune stime sarebbero pari a 5mila tonnellate. Le conseguenze di un presunto attacco preventivo sono ormai note a tutti, compreso McMaster, il quale ha commentato come una tale guerra “potrebbe causare sofferenze immense soprattutto alla popolazione sudcoreana”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



TERZA GUERRA MONDIALE: NORD COREA, MINACCIA NUCLEARE

I TIMORI PER WASHINGTON

Ormai, il timore di una terza guerra mondiale potrebbe diventare presto realtà. Gli equilibri si sono rotti da tempo ed a rendersi conto della situazione è stato di recente anche Sietfrid Hecker, esperto di energia nucleare e conoscitore della Corea del Nord. A sua detta però, come riporta oggi Sputniknews, la vera minaccia associata alla Corea del Nord non sarebbe rappresentata da un missile equipaggiato con testata nucleare e che potrebbe colpire gli Usa, quanto piuttosto da Washington e dall’incapacità dei governanti che potrebbero scatenare un vero conflitto sulla penisola coreana. “Un conflitto sulla penisola Coreana a risultato di un attacco preventivo degli Stati Uniti potrebbe avere delle conseguenze catastrofiche per Washington e i suoi alleati nella regione”, ha scritto in merito il National Interest. Indipendentemente dalla capacità e dalla possibilità di Pyongyang di agire con armi nucleari, non si esclude che possa comunque farlo con missili convenzionali, contro centinaia di migliaia di militari e civili americani in Corea del Sud e Usa. Di contro, ieri il Washington Post ha segnalato che i coreani sarebbero riusciti a sviluppare una testata nucleare adatta ai loro missili e che quindi, Pyongyang avrebbe raggiunto una tappa saliente in vista di un potenziamento nucleare che ora spaventa il mondo intero. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



GUAM REPLICA ALLA COREA DEL NORD

TERZA GUERRA MONDIALE. La Corea del Nord minaccia di colpire Guam, un plesso fondamentale per le forze militari statunitensi nel Pacifico. Le autorità dell’isola rassicurano: il territorio non corre rischi. Anche Eddie Calvo, governatore di Guam, ha minimizzato i rischi, ma ha ribadito di essere pronto ad ogni eventualità: «Un attacco o una minaccia a Guam è una minaccia o un attacco contro gli Stati Uniti». Poi ha ricordato ai media che l’isola è molto più di un’installazione militare: «Abbiamo 200.000 statunitensi a Guam e alle Isole Marianne». L’isola, che conta al momento una popolazione di circa 162 persone, ha un’economia basata sul turismo, nonché sulla presenza delle forze militari statunitensi. Conquistata durante la Seconda guerra mondiale, è situata tra il Mar Cinese meridionale e la penisola coreana: nelle due basi area e navale di cui dispone sono stanziati circa seimila soldati. (agg. di Silvana Palazzo)

NEL MIRINO NORDCOREANO FINISCE GUAM

Continua il botta e risposta tra Corea del Nord e Stati Uniti. Dopo le dichiarazioni di Donald Trump, è arrivata una nuova minaccia da Pyongyang. Stando a quanto riferisce l’agenzia di stampa governativa nordcoreana Kcna, Kim Jong-un starebbe valutando un piano operativo per colpire l’area di Guam con missili balistici strategici a medio e lungo raggio. Guam è un’isola dove si trova un’importante base delle forze americane nel Pacifico. Si tratta di un territorio di fondamentale importanza per gli Usa: lì vivono migliaia di militari con le loro famiglie. Il portavoce della Forza Strategica dell’esercito nordcoreano, che coordina il programma missilistico, ha dichiarato in una comunicazione ufficiale che le recenti manovre dell’esercito americano «potrebbero provocare un pericoloso conflitto». Nella nota si fa riferimento ad un potenziale lancio sulla base aerea di Anderson, dove sono stazionati bombardieri americani. Da questa base erano partiti lunedì due B1B che avevano sorvolato la penisola coreana nell’ennesima prova di forza nella regione che la Corea del Nord non sembra disposta a subire. (agg. di Silvana Palazzo)

USA PRONTI A FARE FUOCO E FIAMME

La tensione tra Corea del Nord e Stati Uniti è alle stelle: all’orizzonte potrebbe esserci davvero una Terza guerra mondiale. Fonti dell’intelligence Usa, citate dal Washington Post, hanno rivelato che Pyongyang è riuscita a produrre con successo una testata nucleare miniaturizzata che potrebbe esser caricata su uno dei suoi missili intercontinentali. Il rapporto della Defense Intelligence Agency ha raggiunto le stesse conclusioni di un report del ministero della Difesa giapponese, secondo cui il programma nordcoreano è entrato nello stadio finale. Ora il regime di Kim Jong-un fa davvero paura: potrebbe avere già il controllo di molti ordigni atomici, secondo alcuni addirittura 60. Sono troppo pesanti, ma possono essere usati per produrre bombe più piccole. La risposta di Donald Trump non si è fatta attendere: dal golf club di Bedminster, nel New Jersey, il presidente Usa ha assicurato che «se continuerà con l’escalation della minaccia nucleare» la reazione «sarà fuoco e furia, come il mondo non ha mai visto».

IL RUOLO DELLA CINA

Non è ancora chiaro se la Corea del Nord abbia già sperimentato il nuovo formato delle testate atomiche, ma ormai è solo questione di tempo. Evidente l’accelerazione di Pyongyang, quindi le opzioni per contrastare i piani nucleari di Kim Jong-un tornano sulla scrivania dello Studio Ovale, come l’attacco ai siti atomici con raid aerei, ritenuta finora troppo pericolosa dal Pentagono. Molto potrebbe dipendere dall’atteggiamento della Cina, finora principale alleato e partner commerciale della Corea del Nord, ma comunque spazientita dalle provocazioni di Pyongyang, che rappresenta un pericolo per la stabilità aerea. Forse, come auspicato dagli Usa, potrebbero impegnarsi maggiormente nel pressing sul regime nordcoreano. Secondo Fox News le forze armate della Corea del Nord avrebbero caricato almeno due missili anti-nave su un vascello da pattugliamento. Siamo davvero vicini alla Terza guerra mondiale?