Lo ha fatto a 2milioni e passa di followers, lo ha chiesto così all’improvviso, dal nulla: «ma ci sarà davvero il Paradiso?». Gianni Morandi su Facebook ha creato in pochissime ore un autentico caso virale per la sua domanda così semplice nella forma eppure così complessa e ardua nel contenuto. Da circa 2mila anni, ovvero dalla rivelazione in carne e spirito di Gesù Cristo in Israele, il mondo si interroga su quanto proposto, promesso e indicato dal cristianesimo. Una vita felice dopo la morte sulla Terra: in questo caso anche molto prima della venuta di Gesù il “tema” era al centro delle prime riflessioni culturali, sociali, religiose dell’umanità. Oggi, nel 2017, tramite Facebook uno dei personaggi più seguiti e chiacchierati d’Italia pone l’accento sulla possibile veridicità o meno del Paradiso: risultato? Un caso virale, come primissima conseguenza. A 2.542.966 persone ha rivolto una delle domande esistenziali più impegnative e il popolo ha risposto con migliaia e migliaia di post in pochissime ore; «è sempre un bene ogni tanto guardare gli occhi al Cielo», o ancora, «spero di ritrovare li i miei genitori»; e ancora chi scherza con Morandi, «certo, per una persona con una voce come la tua», con relativa risposta immancabile del cantante che fa intuire l’intento serio della sua domanda, «per meritarsi il Paradiso non credo basti la voce, un abbraccio».



IL PARADISO, LA CHIESA E I PAPI

Proprio la serietà e l’intento semplice ma chiaro rende questa domanda di Gianni Morandi uno stimolo molto interessante, una volta tanto, per chi naviga e vive su social e web. Con l’ovvia problematica di poter “rinchiudere” in una risposta di qualche riga un tema così enorme e così misterioso nella vita di ogni singolo uomo, la domanda di Morandi ha colto nel segno. Una ragazza gli scrive, «che ci guardi di già?» e Morandi risponde a tono, sostenendo il suo giudizio “sospeso” di fronte ad un mistero troppo grande anche per un fedele credente: «guardo in su e spero, un abbraccio». Oltre a Facebook, ci sono duemila anni di storia della Chiesa e numerose encicliche di tanti Pontefici ad aver tentato di rispondere a quella domanda cruciale. Per prendere gli ultimi due, Papa Benedetto XVI ha speso molta parte dei suoi studi teologici fondamentali sul tema della vita, della morte e del male. Ecco alcune parole illuminanti e umanissime che ci ha regalato in una predica di qualche anno fa in una piccola parrocchia romana: «L’Inferno esiste ed è eterno, anche se non ne parla quasi più nessuno. L’attaccamento al peccato può condurci al fallimento della nostra esistenza e solo il perdono divino ci dà la forza di resistere al male e non peccare più. […] Gesù è venuto per dirci che ci vuole tutti in Paradiso e che l’Inferno, del quale poco si parla in questo nostro tempo, esiste ed è eterno per quanti chiudono il cuore al suo amore». Solo la misericordia divina e il suo perdono può dunque portare fuori le anime corrotte ma sinceramente pentite per il peccato e la libertà “giocata” male: su questa linea anche Papa Francesco che punta tutto sulla Misericordia in una nota udienza in Vaticano due anni fa.



«Ci accorgiamo che la nostra immaginazione ci impedisce di comprendere lo splendore del mistero e sorgono spontanee domande come ‘quando avverra’ questo passaggio finale? Cosa sarà allora dell’umanità e del creato che ci circonda?” Queste domande – dice il Pontefice – sono domande umane e non nuove, che anche gli apostoli si erano posti». Ma è solo lo sguardo benefico e misericordioso di Dio a “dominare” in Paradiso, dando nuova speranza a tutti i fedeli (e non): «saremo vestiti della gioia e dell’amore di Dio, senza limite, saremo faccia a faccia con lui. E’ bello pensare così, dà forza all’anima». Hanno “risposto” anche loro a Morandi? Questo dovrebbe chiedercelo lui, ma intanto per una volta siamo lieti di vedere su Facebook qualcosa di più sociale e meno.. social.

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