Il secondo lunedì di ottobre, a Los Angeles non si festeggerà più il Columbus Day. La celebrazione molto sentita dagli italo-americani, infatti, è stata cancellata dal consiglio comunale con 14 voti favorevoli e solo uno contrario. Al suo posto, una giornata per commemorare “le popolazioni indigene, aborigene e native vittime del genocidio commesso dal navigatore italiano”. E’ quanto stabilito dagli attivisti a capo dell’iniziativa e che, come riporta TgCom24, ha già scatenato l’ira della comunità italo-americana. La cancellazione del Columbus Day rappresenta solo uno dei tanti esempi di revisionismo storico in atto negli Stati Uniti e che ha trovato pieno riscontro nell’abbattimento di statue e altri simboli legati al navigatore genovese. In vari Stati, infatti, la bufera ha travolto letteralmente Cristoforo Colombo: dal Maryland al Michigan, dal Texas all’Ohio sono molteplici le statue imbrattate. L’ultimo esempio è quello che si è registrato a Yonkers, città sobborgo a nord di New York, dove un busto del navigatore ligure è stato letteralmente decapitato. Un gesto che ha ulteriormente indignato gli italo-americani la cui comunità solo negli Usa conta oltre 20 milioni di persone.



COMUNITÀ DIVISA

Mentre a New York alcuni manifestanti hanno chiesto con forza la rimozione del monumento dedicato a Cristoforo Colombo, presente a Columbus Circle, il sindaco Bill De Blasio, anche lui appartenente alla comunità italo-americana, ha deciso di prendere tempo. Intanto, dopo la cancellazione del Columbus Day a Los Angeles è intervenuta anche Ann Potenza, presidentessa dell’associazione Federated Italo-Americans of Southern California. La donna ha cercato di difendere la celebrazione asserendo: “A nome della comunità italiana, dico che vogliamo celebrare con voi, ma non vogliamo farlo a spese del Columbus Day”. Ciò non è bastato però a convincere Chrissie Castro, a capo degli attivisti. La frattura però si è evidenziata anche all’interno della stessa comunità italo-americana dove solo un consigliere comunale ha espresso il suo voto contrario. Si tratta di Joe Buscaino che ha ricordato i pregiudizi di cui sono stati vittime gli italiani: “Non curiamo un affronto con un altro affronto”, ha asserito, ricordando come “tutte le nostre culture individuali sono importanti”. Favorevole all’abolizione è invece stato il consigliere comunale Mike Bonin. A sua detta si tratterebbe di una celebrazione che sminuirebbe i suoi antenati “che giunsero negli Stati Uniti per costruire qualcosa, non per distruggere”. Ecco perché l’Indigenous People Day, che prenderà il posto del Columbus Day, rappresenterà l’occasione “per scusarci e fare ammenda”.

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