Il capo della Nato, il generale Jen Stoltenberg, non vuole sentir parlare di “dialogo” e “diplomazia” con la Corea del Nord e rilancia sul fronte “bellico”: o almeno, così pare dopo le sue ultime parole tenute in una intervista alla Bbc questa mattina, «Il comportamento irresponsabile della Corea del Nord è una minaccia globale. Questa risposta, naturalmente, comprende la NATO. Invitiamo la Corea del Nord a fermare il suo programma nucleare e a porre fine ai test missilistici, perché rappresentano violazione di una serie di risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite». Una minaccia alla pace globale e alla sicurezza di tutti, per questo meriterebbe una risposta “netta” l’azione di Pyongyang, sempre secondo il segretario Nato anticipando la prossima risoluzione Onu. (agg. di Niccolò Magnani)



KIM JONG-UN E GLI SCIENZIATI DEL NUCLEARE

Il test nucleare, il sesto della sua storia, ha reso il dittatore della Corea del Nord particolarmente soddisfatto: ha contribuito a rendere reale la minaccia di terza guerra mondiale lanciata contro Usa e Onu (quantomeno come minaccia e propaganda), ha rafforzato l’immagine di potenza di Pyongyang e forse ha allontanato di un po’ le crisi interne al regime tutt’altro che in “salute”.  Ieri il leader della Corea del Nord in un’occasione ad hoc alla Casa del Popolo di Pyongyang elogia i due scienziati che hanno contribuito ai test nucleari e glorifica il programma missilistico: doveva essere il giorno di un nuovo lancio di missile intercontinentale ma non è avvenuto (per fortuna), ma si è parlato lo stesso di missili a Pyongyang, «Tra musica, colori e applausi si celebrano i 21 missili lanciati in 14 test, con il più importante del 3 settembre scorso», riporta TgCom 24 mostrando il video della parata alla Casa del Popolo. «La Corea del Nord mostrerà al mondo un nuovo sole», sono le parole del dittatore sempre più convinto di rappresentare gli interessi del “suo” popolo. (agg. di Niccolò Magnani)



LO “ZAMPINO” DI RUSSIA E IRAN?

La Corea del Nord è riuscita realmente, da sola, a raggiungere un tale sviluppo nucleare e missilistico? E’ questa la domanda che si è posto il ministero degli esteri del Regno Unito, intenzionato a capire se le “attuali ed ex potenze nucleari” abbiano di fatto aiutato Kim Jong-un nel suo programma di sviluppo. Secondo fonti del governo, scrive Sputniknews.com, gli scienziati della Corea del Nord non sarebbero stati capaci di raggiungere tali risultati da soli. Per questo, il Ministro degli esteri inglese, Boris Johnson ha annunciato indagini in corso al fine di rispondere a questi dubbi. “Vogliamo comprendere se nel programma nucleare coreano non abbia partecipato un altro paese, forse un ex potenza nucleare”, ha detto al Telegraph. Nella lista dei “sospetti”, pur non avendo il ministro avanzato il nome di alcun Paese, la spunterebbe l’Iran ma anche la Russia. E’ quanto evidenziato dalla testata pur non spiegandone i motivi di questi dubbi. Motivo delle indagini in corso, sarebbe ad ogni modo l’individuazione di un collegamento con le due potenze citate e che darebbe ai diplomatici nuove leve per fare pressione sulla Corea del Nord. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



IL MISSILE NON È STATO (ANCORA) LANCIATO

Con gli occhi del Pianeta puntati addosso, la Corea del Nord continua a svolgere la parte del leone, del soggetto che più d’ogni altro sta rischiando di far scoppiare la Terza Guerra Mondiale. Ed in particolare ieri, 9 settembre, c’era il timore che il casus belli potesse sgorgare da un momento all’altro. In occasione del 69° anniversario della Repubblica Democratica Popolare di Corea, erano in tantissimi a credere che Kim Jong-un avrebbe deciso di sfoggiare ancora una volta i muscoli. Così non è stato, ma in ogni caso gli USA non hanno alcuna intenzione di pazientare oltre. Per questo motivo, come riportato dall’Ansa, con una nota ufficiale della missione americana all’Onu “hanno informato il Consiglio di Sicurezza che vogliono andare al voto l’11 settembre sulla bozza di risoluzione che stabilisce nuove sanzioni”. La bozza fatta circolare dagli statunitensi nei giorni scorsi chiede l’embargo petrolifero, il congelamento dei beni del leader nordcoreano Kim Jong-un, il bando delle esportazioni tessili e la fine dei pagamenti ai lavoratori all’estero della Nord Corea.

IL PIANO DEL GIAPPONE

La minaccia di una Terza Guerra Mondiale innescata dalla Corea del Nord riguarda soprattutto il Giappone, che nei giorni scorsi si è visto sorvolare da un missile intercontinentale che ha letteralmente terrorizzato la città di Hokkaido. In questo senso le istituzioni nipponiche si preparano al peggio e per questo stanno cercando di capire quali contromisure adottare in caso di attacco nucleare per mettere in salvo il maggior numero di cittadini. Come riportato da The Express, infatti, d’accordo con la Corea del Sud il Giappone ha in mente di mettere al riparo circa 60.000 persone residenti nella pensiola grazie all’assenso di Seul, che garantirà l’accesso a quelle che vengono considerate zone sicure, come stazioni della metropolitana, chiese e centri commerciali. Il governo giapponese ha già fornito ai suoi cittadini la Corea del Sud informazioni su oltre 900 strutture di questo tipo.