Riguardo l’alluvione di Livorno, sono tante le storie che si stanno accavallando, in un momento di grande disperazione e difficoltà per la città toscana. Ci sono anche situazioni che riaccendono la speranza, come quella della coppia che si è salvata, assieme alla propria figlioletta di soli 5 mesi, rifugiandosi sul tetto della casa ormai alluvionata. Sara Fanucchi, la moglie, ha raccontato la sua storia a gonews: l’acqua usciva dappertutto in casa, e una volta portata con se la bambina, si sono rifugiati sotto la colonna portante in attesa dei soccorsi. Che tardano però ad arrivare a causa delle moltissime chiamate d’emergenza. Di conseguenza, l’acqua ha sfondato la porta blindata in casa e Sara, galleggiando sul letto assieme al marito e alla piccola, è stata costretta a salire sul tetto per salvarsi dalla furia dell’acqua. Quando il livello è sceso, il padre di Sara ed il suocero li hanno salvati con la scala. La casa è distrutta, ma almeno una nuova tragedia familiare è stata evitata nel già martoriato scenario di Livorno. (agg. di Fabio Belli)
RITROVATO IL CORPO DI MARTINA BECHINI
Purtroppo le indiscrezioni sono state confermate: è stato trovato il cadavere di Martina Bechini, la settima vittima dell’alluvione di Livorno. I carabinieri, che la stavano cercando lungo il Rio Ardenza, hanno trovato il corpo privo di vita della 34enne. Dispersa dalla notte tra sabato e domenica, era stata travolta da un’onda anomala che aveva allagato la sua abitazione. La donna sarebbe stata trovata più o meno alla stessa distanza dall’abitazione del marito, che invece si era salvato. Filippo Meschini era stato trovato infatti a due chilometri di distanza da casa loro. La moglie nel giardino di una villa privata che sorge in prossimità della foce del Rio Ardenza. Ora si cerca l’altro disperso, Gianfranco Tampucci: viveva in un terra-tetto in via D’Alò, dove l’acqua ha portato via tutto. Per le ricerche dei due dispersi era stata mobilitata anche la guardia costiera affinché ispezionasse il tratto di mare davanti alla costa livornese. (agg. di Silvana Palazzo)
LE RICERCHE DEI DISPERSI
Sono due le persone disperse dopo l’alluvione di Livorno: potrebbe trattarsi di Martina Bechini, ma come si precisa a Pomeriggio 5 non ci sono ancora conferme. Per Tgcom24 il corpo ritrovato in un giardino privato invaso dal fango sarebbe quello della 34enne. Di certo c’è che suo marito Filippo Meschini si è salvato: è in ospedale. La furia dell’acqua lo ha trascinato a tre chilometri di distanza dalla sua abitazione. In balia del torrente fangoso, è stato salvato dalla polizia. Privo di sensi, con un principio di ipotermia, era riverso su una sponda del rio Ardenza. Dal letto d’ospedale attende notizie di sua moglie: «Ho preso Martina, l’ho abbracciata forte stringendola contro di me. È scivolata via, sono riuscito ancora una volta a prenderla per la mano, ma l’acqua ci ha travolto, poi non ricordo più nulla», ha raccontato Filippo. La tragedia alle quattro e mezza del mattino: sposati dal 15 luglio scorso, stavano dormendo quando l’acqua ha infranto vetri e finestre, entrando nel piccolo appartamento a pian terreno, la casa dei loro sogni.
LA STORIA DI ROBERTO RAMACCIOTTI
Ma a Pomeriggio 5 si parla anche dell’intera famiglia distrutta dall’alluvione di Livorno. E del nonno eroe, che ha salvato la nipotina prima di perdere la vita. Simone Ramacciotti e Glenda Garzelli vivevano in uno stabile di inizio ‘900. Quando il Rio Maggiore è esondato il muro d’acqua ha invaso fino al piano superiore lo stabile. Simone e suo padre Roberto, prima di morire, hanno partecipato alle operazioni di salvataggio: hanno provato, nuotando e immergendosi nella melma, di salvare i due figli. La bimba di tre anni è stata tratta in salvo, ma per Filippo, il fratellino di 4 anni, non c’è stato nulla da fare. Dopo aver provato più volte a far riemergere il piccolo, sono entrambi morti, annegati e stremati dalla fatica. Con loro è morta anche la moglie di Simone, Glenda. «Sono rientrato in casa per cercare di salvarli, nel frattempo è arrivato il nonno. Roberto Ramacciotti era a due metri da me ma non ce l’ha fatta a uscire. O forse non voleva uscire visto che aveva dentro il figlio, il nipote e la nuora. Ho cercato di salvarli finché potevo, ma 20 secondi in più e sarei morto anch’io. L’acqua saliva troppo velocemente», ha raccontato un inquilino del palazzo.