Un legale della famiglia Regeni è sparito: non si hanno più notizie di Ibrahim Metwaly, che domenica doveva partire dal Cairo per arrivare a Ginevra, dove avrebbe dovuto partecipare ad una conferenza delle Nazioni Unite sui diritti umani. I colleghi dell’Egyptian commission for right and freedom (Ercf) hanno denunciato la scomparsa. Pare che Metwaly sia stato prelevato in aeroporto, poi di lui non si sa più nulla. Qualche giorno fa il governo egiziano aveva disposto l’oscuramento di centinaia di siti e agenzie di informazione con l’accusa di aver diffuso false notizie contro l’esecutivo. Tra questi c’era anche il sito aperto dalla famiglia di Giulio Regeni, il ricercatore italiano ucciso in Egitto tra gennaio e febbraio del 2016. Ora l’arresto dell’avvocato: un caso? Per molti è invece l’ennesimo colpo alla libertà da parte del regime di Al Sisi. Ibrahim Metwaly si batte da anni contro il governo che, stando a quanto riferisce la sua associazione, tortura e uccide. Nel 2013 suo figlio è scomparso, ma a differenza di Giulio Regeni non è mai stato ritrovato.



IL REGIME DI AL SISI AVEVA FATTO SPARIRE SUO FIGLIO

«Siamo molto preoccupati», hanno dichiarato i colleghi di Ibrahim Metwaly. Atteso a Ginevra per parlare all’Onu, potrebbe essere stato fermato proprio per questo: avrebbe dovuto relazione sulla violazione dei diritti umani in Egitto. Così dunque Al Sisi ha “zittito” la voce contraria. Pochi giorni fa Human Rights Watch ha pubblicò un rapporto internazionale sull’operato del suo governo, nel quale denuncia l’uso sistematico di torture da parte delle forze di sicurezza egiziane. Finora Al Sisi bolla i report come calunnie. Insomma, il clima che si ritroverà ad affrontare l’ambasciatore italiano Giampiero Contini è tutt’altro che sereno: la prossima settimana riaprirà la sede diplomatica ad Al Cairo, e dovrà fare i conti con l’ennesimo giallo sul caso Regeni. Del giovane ricercatore italiano si parlerà anche in un incontro che Cantini avrà questo mese con le autorità egiziane, ma le premesse sono tutt’altro che incoraggianti. «Non è un’anomalia il fatto che i difensori dei diritti umani vengano bloccati quando stanno per andare ad una conferenza, di solito però ciò avviene con arresti o divieti di espatrio, in questo caso, invece, la persona risulta irrintracciabile. Siamo molto preoccupati», ha dichiarato al Corriere il portavoce di Amnesty International in Italia, Riccardo Noury.

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