Vendute già a sette anni nei bordelli per saldare i debiti di famiglia, venivano esposte in gabbie di legno. Questa è la triste storie delle prostitute giapponesi di fine ‘800, la cui unica speranza di lasciare il quartiere rosso di Yoshiwara era rappresenta dagli uomini ricchi. Speravano di essere comprate per lasciare così i bordelli. Il Daily Mail ha pubblicato foto incredibili della vendite delle prostitute giapponesi tra il 1890 e il 1900. Queste giovani bambine erano per i loro genitori un’occasione per estinguere i propri debiti. Finivano quindi in bordelli, nei quali erano costrette a indossare kimono eleganti e a essere esposte nel quartiere a luci rosse. Lo Yoshiwara nacque nel 1967 per far sì che la prostituzione fosse confinata in una sola area, e infatti nacquero ben 100 bordelli con 9000 prostitute. 



LE “FOTO” PER SCEGLIERLE PRIMA DELL’ARRIVO A YOSHIWARA

L’unico modo per lasciare il quartiere rosso di Yoshiwara era essere comprata da qualche uomo ricco, di cui diventavano moglie o concubine. L’alternativa era provare a raccogliere dei risparmi per diventare abbastanza ricca da poter riscattare la propria libertà. Il Daily Mail ha ricostruito il fenomeno attraverso le cartoline che venivano utilizzare per permettere ai clienti di scegliere la prostituta con cui giacere già prima di arrivare nel quartiere. I clienti erano solitamente nobili e uomini d’affari facoltosi. Tra i tantissimi bordelli presenti nel quartiere a luci rosse il più frequentato era Nectarine numero 9, peraltro preferito dallo scrittore Rudyard Kipling e dal premio Nobel Hideyo Noguchi. Solo nel 1916 venne proibita la vetrina delle prostitute in gabbia: forti le pressioni internazionali. Lo Yoshiwara fu po dichiarato illegale nel 1958.

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