Una sentenza del tribunale di Treviso ha stabilito come la reiterazione del lavoro precario, soprattutto se portata avanti per anni e anni dal datore di lavoro, è un abuso che può portare al “danno esistenziale” e al successivo risarcimento. E’ stato stabilito per un gruppo di docenti precari che tra gli anni Novanta e il 2014 hanno di fatto trascorso un lungo periodo da precari senza essere mai riusciti a diventare di ruolo ed avere una prospettiva lavorativa e di vita stabile. Tanto è bastato al giudice di Treviso per disporre i risarcimenti da pagare, che oscillano tra i duemila e i quindicimila euro. A pagare dovrà essere un centro di formazione professionale della Provincia di Treviso che si occupava di trovare agli insegnanti un contratto a termine dopo l’altro, senza avere mai certezze riguardo la possibilità di poter lavorare a tempo determinato. Troppi secondo il giudice venti anni in queste condizioni per non subire dei danni che ora andranno prontamente risarciti.
“ILLEGITTIMA REITERAZIONE DEI CONTRATTI A TERMINE”
L’avvocato Silvia Bennacchi, che ha seguito la causa, ha spiegato al Corriere della Sera: “«Parliamo di persone laureate – racconta la legale, mettendo a fuoco la situazione – e con l’abilitazione all’insegnamento ma che per tutto il periodo preso inconsiderazione; venivano assunte a settembre e licenziate a luglio, percepivano nove o dieci mensilità l’anno, senza tredicesima, senza scatti di anzianità. Questo ha comportato sofferenza, frustrazione di ogni aspettativa, incertezza sul rinvio del posto di lavoro per un periodo che si è protratto per un decennio e anche oltre.” Tesi accolte dal giudice Filippo Giordan che ha stabilito come il danno sia stato: “patito a seguito della illegittima reiterazione dei contratti a termine e della conseguente situazione di precariato patita, con pesanti ripercussioni nella vita privata e sociale di ciascuno.” La Provincia parla di un danno contenuto, ma ora la curiosità persiste riguardo al fatto se il caso possa costituire un precedente.”