In estate è stato confermato l’ergastolo per Massimo Bossetti, giudicato l’assassino della piccola Yara Gambirasio, la 13enne di Brembate di sopra brutalmente uccisa da un aggressore identificato dallo stesso Bossetti. Durante la presentazione di un torneo di calcio per la categoria Pulcini, promosso dall’associazione “La passione di Yara”, il papà della ragazza, Fulvio Gambirasio, ha affermato di voler mettere un punto sulla vicenda giudiziaria relativa all’omicidio della figlia. “Non seguo più le vicende giudiziarie,” ha affermato, “Non cambierebbe niente perché qualunque cosa accadesse, non potrei mai riavere mia figlia.” Il torneo di calcio per ricordare Yara è giunto invece già alla sua terza edizione, un’iniziativa che sempre secondo il padre di Yara, può aiutare a tenere viva la fiammella della speranza in un mondo in cui, supportando i ragazzi nelle attività che più amano come lo sport, l’arte e la cultura, si può migliorare la vita dei giovani attraverso l’associazione che porta il nome di Yara.



“IMPORTANTE CREDERE CHE LA VITA VA AVANTI”

“Abbiano fatto un grande lavoro di comunicazione. Quando sappiamo di una certa situazione, ci presentiamo, con leggerezza. Diciamo, semplicemente: Siamo qui. Facciamo due chiacchiere con il ragazzo. Senza i genitori perché non ci deve essere condizionamento. Cerchiamo di cogliere il livello di passione. Così, abbiamo scoperto un mondo. È qualcosa che ci fa stare bene. La nostra non è una missione. Sono credente. È la Provvidenza che sta lavorando in questo senso. Ci aiuta. Altrimenti, non riesco a immaginare come avremmo trascorso questi ultimi tre anni.” Queste le parole di Fulvio Gambirasio al quotidiano Il Giorno, spiegando: “In questo momento il messaggio che vogliamo mandare, ai nostri figli per primi, e a tutti i ragazzi, è quello che la vita va avanti. E lo stesso fanno i genitori che collaborano con noi.”



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