In Lazio non si parla più di emergenza, bensì di maxiemergenza, sebbene non sia di tipo sanitario, visto che il virus solo raramente dà sintomi gravi. Il fabbisogno aggiuntivo per far fronte ai focolai nella regione è di 200-250 sacche di sangue al giorno. L’impatto è comprensibilmente molto pesante: «Basti pensare che la Asl Roma 2 ha una popolazione pari a una regione come il Friuli Venezia Giulia e le associazioni sono pronte a coordinarsi tra loro ed a modulare gli sforzi per far fronte agli sviluppi ed al protrarsi della situazione», ha dichiarato il Civis, Coordinamento delle Associazioni e Federazioni di Volontariato del dono. In tutta Italia stanno allora partendo raccolte straordinarie, programmate con le Regioni e scaglionate nel tempo, per far fronte alla maxiemergenza. Intanto il centro Europeo di Controllo delle Malattie (Ecdc) fa sapere che è prevedibile che vengano identificati nei prossimi giorni altri casi di Chikungunya. (agg. di Silvana Palazzo)
QUATTRO CASI A LATINA: “DUE CERTI E DUE PROBABILI”
La Croce Rossa di Roma si è mobilitata a causa dell’emergenza dovuta alla Chikungunya. Per questo ha messo a disposizione il numero della Sala Operativa (06.5510), affinché tutti i cittadini romani abbiano la possibilità di raccogliere informazioni sulla donazione del sangue. Ma non è finita qui: sui social ha lanciato una campagna di comunicazione per continuare a sensibilizzare tutti sull’importanza della donazione del sangue. «Continuiamo ad aiutare. Il tuo sangue è vita». In una nota la Asl di Latina ha confermato i 4 casi di contagio, 2 certi e altrettanti probabili. Nel comunicato si legge che si stanno informando tutti i sindaci della provincia «affinché predispongano le azioni propedeutiche all’avvio di eventuali interventi di disinfestazione in caso vengano accertati casi per competenza». Intanto presso l’Ospedale S.M. Goretti UOC Malattie Infettive è stato attivato un “Ambulatorio Arbovirosi” per un periodo iniziale di due settimane, ad accesso diretto previa prescrizione dei medici di medicina generale per i casi sospetti dei propri assistiti. L’ambulatorio fornirà ai medici stessi consulenza specifica telefonica. (agg. di Silvana Palazzo)
ECDC, “PROBABILI NUOVI CASI”
L’area interessata dal virus Chikungunya si sta allargando: sono 27 i casi accertati, di cui 4 anche a Latina. Il Centro Europeo di Controllo delle Malattie (Ecdc) ha descritto come «molto probabile» l’ipotesi che a Roma si registrino nuovi casi di Chikungunya. «Dato che le condizioni ambientali rimarranno le stesse nel Lazio nelle prossime settimane la probabilità di ulteriore trasmissione è alta», hanno scritto gli esperti europei, come riportato da Repubblica. Gli Stati membri, secondo l’icdc, dovrebbero valutare l’eventualità «di segnalare qualsiasi caso confermato di Chikungunya fra chi viaggiato in Italia nelle due settimane precedenti l’inizio dei sintomi», perché ciò potrebbe abitare a individuare possibili fonti di trasmissione aggiuntivi attorno all’area interessata. Nel rapporto dell’Ecdc viene spiegato che l’individuazione precoce di eventuali casi importanti sarà importante per distinguerli da quelli autoctoni, che richiedono «indagini epidemiologiche ed entomologiche» specifiche. (agg. di Silvana Palazzo)
LOMBARDIA DONA 160 UNITÀ DI SANGUE
Emergenza Chikungunya nel Lazio, ma alcune Regioni hanno messo a disposizione 849 unità di sangue per sopperire ad eventuali carenze. Finora hanno dato la propria disponibilità Calabria, Molise, Emilia Romagna, Sicilia, Liguria, Lombardia, Marche, provincia autonoma di Trento, Veneto e Toscana. Le altre si stanno organizzando con raccolte straordinarie. Alcune delle unità sono state già inviate, mentre per le altre si sta organizzando il trasporto. La Lombardia, ad esempio, ha messo a disposizione del Centro Nazionale Sangue 160 unità di sangue. A tal proposito l’assessore al Welfare di Regione Lombardia, Giulio Gallera, ha dichiarato: «Ringrazio tutti i donatori lombardi perché è solo in virtù del loro gesto d’amore che è possibile soddisfare il fabbisogno di sangue regionale e poterne mettere delle quantità a disposizione delle altre regioni nei momenti di emergenza», riporta il Giorno. (agg. di Silvana Palazzo)
ZINGARETTI, “NESSUN PROBLEMA PER LA RETE SANITARIA”
Aumentano i casi di Chikungunya in Italia: quelli accertati nel Lazio sono 17, mentre uno nuovo è stato verificato dall’Ausl di Modena. Un residente di Casinalbo, frazione del comune di Formigine, è affetta dal virus. Il sindaco ha attivato il piano di emergenza sanitaria, con disinfestazione della zona interessata. La sindaca Virginia Raggi ha fatto lo stesso a Roma, mentre l’Istituto superiore di sanità ha disposto la sospensione delle donazioni di sangue a Roma Sud ed Est. «Non ci saranno problemi per la rete sanitari. Il Centro nazionale sangue ha garantito la fornitura di sangue per coprire quello che ci sarà in meno», ha dichiarato il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. Poi ha chiesto una spinta di solidarietà per la raccolta di sangue nelle zone non coinvolte dal blocco. E ha annunciato di aver convocato le associazioni di volontariato legate alla donazione «er garantire che il Sistema sanitario vada avanti senza problemi grazie al Centro nazionale sangue, che offrirà le sacche, e grazie allo sforzo che dobbiamo fare tutti per raccogliere sangue e fronteggiare l’emergenza che si è creata». (agg. di Silvana Palazzo)
UN NUOVO CASO SOSPETTO A MODENA
Dopo Roma ora Modena, il rischio contagio della Chikungunya prosegue nel centro Italia ma ora rischia di aprirsi fuori dal solo Lazio: come riporta la versione online di Repubblica Bologna, l’azienda Usl di Modena ha accertato un caso di Chikungunya per un residente di Casinalbo, nel Modenese attivando subito il piano di emergenza sanitaria. Esattamente come a Roma con il sindaco Raggi e il Ministero della Salute, è stata indetta una disinfestazione della zona per provare a debellare la zanzara tigre infetta. I primi casi autoctoni in Emilia-Romagna sono stati notificati nell’agosto 2007, ma la vera emergenza finora era stata localizzata solo in provincia di Roma e in generale nel Lazio. Con il caso di Modena, accertato tra l’altro, l’emergenza rischia di allargarsi divenendo un autentico caso nazionale. (agg. di Niccolò Magnani)
RISCHIO DI TRASMISSIONE SESSUALE
Il virus Chikungunya fa ancora paura nella Capitale, dopo l’emergenza scoppiata negli ultimi due giorni: in queste ore ore addirittura scoppia un’altra allerta legata alla trasmissione del virus, tramite cioè il liquido seminale (dunque con trasmissione sessuale). Secondo quanto riporta uno studio dell’università di Oxford pubblicata dalla rivista Emerging Infectious Diseases – riportato da Ansa Scienze – sarebbero almeno 27 i virus che, una volta infettato un essere umano, riescono poi ad arrivare anche nel liquido seminale. Una condizione ovviamente necessaria, anche se non per forza sufficiente, per la trasmissione sessuale della stessa malattia: «durante la recente epidemia di Zika, spiegano gli autori, è emerso da diversi studi che il virus può rimanere nel liquido seminale per diversi mesi, e in questo caso sono stati documentati anche contagi per via sessuale», spiega lo studio scientifico sulla trasmissione sessuale dei virus. Tra questi, ed è qui che torniamo al caso di Roma, fanno parte della lista dei 27 “sospettati” anche Chikungunya, Ebola, Hiv, Epatite e JC virus. «I risultati di questa ricerca fanno emergere una serie di questioni a partire da quanto a lungo il virus rimane nel seme, a che concentrazione e se resta capace di provocare malattie», spiega l’Ansa Scienze. (agg. di Niccolò Magnani)
ORDINANZA RAGGI SU DISINFESTAZIONE
Il sindaco Virginia Raggi ha firmato ieri sera una ordinanza specifica a Roma per la disinfestazione delle zanzare tigre, confermando la minaccia seria del virus Chikungunya aumentato nelle ultime settimane in tutto il Lazio. Il primo cittadino della Capitale, in accordo con l’Asl ha deciso una ulteriore disinfestazione degli insetti che, complice il caldo afoso e tropicale di questa ultima estate, hanno “invaso” la Capitale in molte aree dove ora serve immediata “bonifica”. L’ordinanza serve «per contrastare l’emergenza sanitaria dovuta ai casi sospetti e accertati di Chikungunya trasmessi dalla zanzara tigre, non solo su suolo pubblico, ma anche su quello privato». Gli interventi sono già cominciati nei giorni scorsi con particolari trattamenti “larvicidi” dopo le segnalazioni di Chikungunya dei giorni scorsi nel basso Lazio fino alla Capitale. Come spiega Il Messaggero, gli interventi di disinfestazione del Comune sarà anche adulticida nelle zone con più casi del virus portato dalla zanzara tigre. (agg. di Niccolò Magnani)
RISCHIO “CONTROLLATO”
A Roma è scattato ufficialmente l’allarme relativo alla Chikungunya, il virus trasmesso dalla zanzara tigre che, partendo con la segnalazione di alcuni casi verificatisi nel basso Lazio, è arrivato fino alla zona Sud della Capitale. Secondo quanto segnalato dal Servizio Regionale di Sorveglianza Malattie Infettive della Regione Lazio, al momento sono 17 i casi accertati sul territorio, dei quali 6 nella città di Roma. C’è ancora prudenza riguardo l’affermare il rischio che possa verificarsi una vera e propria epidemia, ma di sicuro la Chikungunya inizia a far paura, anche se i sintomi della malattia, va detto, possono essere tenuti facilmente sotto controllo, visto che come riportato dalla regione in un comunicato: “di questi 17 casi, dieci casi sono residenti o riportano un soggiorno nel Comune di Anzio, e sette casi non risultano aver viaggiato in Italia o all’estero nei 15 giorni precedenti l’esordio dei sintomi.” Una situazione dunque da non sottovalutare e per la quale le istituzioni si stanno attivando con una massiccia opera di disinfestazione.
L’ALLERTA DELL’ASL
Pinuccia Montanari, assessore alla Sostenibilità ambientale di Roma Capitale, ha spiegato così quali saranne le contromisure prese contro la Chikungunya tramite la disinfestazione: “Con questo provvedimento procediamo a effettuare tutti gli interventi necessari, sia larvicidi che adulticidi, in tutte le aree urbane nelle quali si sono verificati i casi clinici notificati dalle Asl. I prodotti utilizzati sono a bassissima tossicità, non irritanti e a bassa persistenza ambientale. Le operazioni dureranno, cosi come indicato nell’ordinanza, fino a comunicazione del termine dell’emergenza da parte delle Autorità Sanitarie preposte. È bene anche fare chiarezza: da parte dell’amministrazione non c’è stato alcun ritardo. Roma Capitale si è immediatamente attivata rispetto ai casi di che ci sono stati segnalati dalle Asl. L’intervento è stato possibile solo al termine delle avverse condizioni climatiche che avrebbero reso inefficaci e inutili i trattamenti.”
STOP ALLE DONAZIONI DI SANGUE
Inizialmente diffusa in Africa e in Asia, la Chikungunya è una febbre virale che, se curata adeguatamente, non procura altre complicazioni se non quella di comportare, nella fase acuta della malattia (nei primi 6 giorni) importanti limitazioni nel movimento a causa di dolori articolari. Con la comparsa dell’esantema sulla pelle inizia la fase di remissione, che comporta ancora comunque la presenza di uno stato febbrile. Per precauzione e non diffondere il contagio, è stato stabilito anche lo stop per le donazioni di sangue nella zona ASL Roma 2, che comprende tutta la parte meridionale ed est della capitale per circa un milione di abitanti coinvolti. E’ stato chiesto alle altre regioni d’Italia uno sforzo per sopperire alla mancanza di donazioni che inevitabilmente verrà a verificarsi a Roma e nel Lazio finché l’epidemia di Chikungunya non sarà scongiurata e il focolaio, partito come detto dal Comune di Anzio, riportato del tutto sotto controllo.