Ad ogni modo non è solo la mamma di Noemi, la 16enne uccisa dal fidanzato di 17 anni in provincia di Lecce, a lanciare accuse verso la famiglia del killer. Lo scontro tra le due famiglie nelle ultime ore è salito decisamente di tono, provando come la situazione fosse gà ampiamente compromessa prima del tragico gesto, e che probabilmente è questa escalation di tensione ad essere dietro la gravità dei fatti poi compiuti. Anche la famiglia Marzo infatti se la prende con i genitori della giovane e con la ragazza stessa, e in un’intervista a Pomeriggio Cinque la madre del ragazzo ha accusato Noemi: “È stata espulsa dalla scuola perché aveva picchiato una ragazza e aveva la pistola, comprata con una colletta per uccidere me, mio marito e mia figlia dodicenne.” Accuse gravissime con la famiglia di Noemi che a sua volta si ribella a queste dichiarazioni, parlando di calunnia verso una ragazza che non può più difendersi e che fino a prova contraria è l’unica vittima di questa tragica vicenda. (agg. di Fabio Belli)



LE ACCUSE DELLA MAMMA DI NOEMI

Parla la mamma di Noemi Durini, rimasta finora in silenzio: Imma Rizzo ha deciso di romperlo per difendere la reputazione di sua figlia e della sua famiglia. «Hanno calunniato mia figlia, che invece voleva fare la crocerossina», ha raccontato ai microfoni di Quarto grado, in un’intervista che andrà in onda alle 21.15. Dopo l’omicidio della 16enne, uccisa dal fidanzato minorenne, è scoppiata una vera e propria guerra tra famiglie a Specchia, in provincia di Lecce. «Era sempre allegra, educata e rispettosa. Così la devono ricordare… come la ricordiamo noi, non la vedo più entrare in casa per colpa loro… la devono pagare tutti in questa famiglia, tutti! Sono tutti complici! Gli assistenti sociali non sono intervenuti. Dal 19 luglio mi avevano promesso che sarebbero intervenuti per aiutarmi e fare un piano rieducativo per mia figlia… e invece non è successo», ha aggiunto la mamma di Noemi. Il rilancio di accuse viaggia in tv: stamattina il padre della vittima ha accusato il pare del ragazzo di essere il colpevole di tutto. (agg. di Silvana Palazzo)



“NON È MORTA PER UN COLPO DI PIETRA ALLA TESTA”

È stato necessario l’intervento dei carabinieri per evitare che i padri di Noemi Durini e Lucio Marzo venissero alle mani. Le parole della madre del diciassettenne hanno provocato la furia del padre della vittima, che si è recato a Montesardo, la frazione di Alessano in cui abita la famiglia del ragazzo. Il padre ha usato parole di fuoco contro gli altri genitori: «Io voglio suo padre… avevano un odio per mia figlia indescrivibile». Intanto proseguono le indagini sull’omicidio: ci sono tanti punti oscuri rimasti da chiarire. A partire da quelli relativi alle complicità, a partire da quella presunta del padre e di altri componenti della famiglia. L’automobile con cui il diciassettenne è andato a prendere Noemi all’alba è stata sequestrata dopo il ritrovamento di tracce di sangue all’interno. L’autopsia invece dovrà chiarire le modalità dell’omicidio, che sarà effettuata lunedì dal medico legale Roberto Vaglio. Dopo il primo esame radiologico è emerso che Noemi non sarebbe morta a causa di un colpo di pietra alla testa. Non sono emersi segni di fratture scheletriche, tantomeno al cranio. Quindi non sarebbe deceduta per i colpi inferti con una pietra in testa. E questo cambia le prospettive dell’indagine penale e del medico legale, che dovrà cercare le cause della morte in altre lesioni presenti sul corpo. (agg. di Silvana Palazzo)



IL PAPÀ DI NOEMI, “LEI NEGAVA LE BOTTE DAL FIDANZATO”

Dopo aver cercato di confrontarsi pesantemente con il padre di Lucio, il papà di Noemi Durini ha rilasciato una importante intervista a Mattino 5 in cui non solo conferma la sua versione sull’omicidio vero e proprio – «è stato il padre del fidanzato ad ucciderla, ne sono sicuro» – ma rilascia novità sugli ultimi mesi in vita della figlia. «Non sapevamo delle botte, lei non ci aveva detto che lui la picchiava», spiega un distrutto signor Durini fuori dalla casa di Specchia dei genitori di Lucio Marzo, La famiglia di Noemi sembra dunque non sapere quello che invece avevano raccontato le amiche della ragazza, «io quel ragazzo l’avevo accolto nella mia casa, come un figlio». Un ragazzo difficile che però agli occhi dei genitori di Noemi Durini sembrava tranquillo e divenuto ormai di famiglia: così purtroppo non è stato. (agg. di Niccolò Magnani)

IL PAPÀ DI NOEMI ACCUSA LA FAMIGLIA DEL FIDANZATO

Mattinata ancora una volta convulsa a Specchia (Lecce) per l’assurdo e inquietante caso di Noemi Durini: il papà della ragazza brutalmente uccisa si è recato a casa del fidanzato Lucio Marzo per accusare i genitori del ragazzo ora incriminato e reo confesso dell’omicidio. «E’ il padre del fidanzato che ha ucciso Noemi», l’accusa arriva urlata ancora una volta davanti alle telecamere, un elemento sempre più fisso in questo caso di cronaca nera che ricorda, tra l’altro, alquanto sinistramente il celebre caso di Avetrana. I microfoni erano quelli di Quarto Grado questa volta – mentre ieri era Chi l’ha visto ad aver dato in diretta l’annuncio della confessione ai genitori di Lucio – e sono dovuti intervenire i carabinieri per allontanare e fermare il padre di Noemi che non voleva saperne di andarsene da davanti casa dei Marzo. ggi è previsto l’interrogatorio di garanzia del giovane, tenuto in custodia in una casa-famiglia. (agg. di Niccolò Magnani)

CSM, “VERIFICHE SU EVENTUALI OMISSIONI”

Ci sono altre responsabilità nell’omicidio di Noemi Durini, oltre a quelle del fidanzato Lucio Marzo? Per rispondere a questa domanda il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha avviato accertamenti preliminari sulla procura per i minorenni di Lecce, visto che sul loro tavolo c’erano le denunce dalla famiglia della ragazza di 16anni uccisa dal fidanzato minorenne in Salento. L’inchiesta servirà a fare luce su un altro aspetto della vicenda. Bisognerà dunque chiarire se ci sono stati problemi o omissioni. Intanto il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, Giovanni Legnini, ha dichiarato di non poter rispondere all’ipotesi che la morte della ragazza potesse essere evitata. La prima commissione consiliare del Csm comunque si occuperà del caso: «Ha espressamente chiesto al comitato di presidenza di aprire un’attività di accertamento su questa vicenda», ha dichiarato Legnini, il quale ha poi spiegato che si riunirà il 19 settembre per esaminare la richiesta e fare chiarezza. «Eviterei adesso di anticipare o affrettare il giudizio di qualsivoglia genere. Ciò che è certo è che ce ne occuperemo», ha poi precisato il vicepresidente del Csm, come riportato da SkyTg24.

IL FIDANZATO OMICIDA CHIUSO IN UNA STRUTTURA PROTETTA

Il fidanzato di Noemi Durini continua a disperarsi per quello che ha fatto alla 16enne, ma è confuso: alterna momenti di depressione ad altri di agitazione. Attualmente è chiuso in una struttura protetta, tenuto costantemente sotto controllo per il timore che possa compiere gesti estremi. Stando a quanto riportato da Leggo, il minorenne che ha confessato l’omicidio della fidanzata piange ed è agitato. La direttrice della struttura avrebbe espresso la sua preoccupazione e disposto che all’interno della struttura non trapeli alcuni particolare sul clamore mediatico che l’omicidio ha prodotto. Intanto Lucio Marzo è in attesa dell’interrogatorio di convalida del fermo da parte del giudice. Intanto anche il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, ha commentato la vicenda con un post pubblicato ieri su Facebook nel quale condivide il video del momento in cui il 17enne lascia la caserma. «L’assassino di Noemi saluta e ride??? Spero che in carcere gli facciano passare la voglia», scrive Salvini. «I diciassettenni di oggi sono diversi da quelli del passato, sono molto più violenti: dobbiamo togliere le attenuanti generiche ai minori che compiono crimini del genere. Queste belve devono essere giudicate come gli adulti», aveva spiegato poco prima durante un’intervista radiofonica.