I minori sono le vittime designate della tendenza adultocentrica in atto: la cultura del relativismo sta infatti accelerando la privatizzazione delle relazioni familiari, gettando un’ombra preoccupante sul diritto di famiglia. Di questo si parlerà alla Conferenza nazionale della famiglia, che si terrà a Roma il 28 e 29 settembre, di cui Gianni Ballarani sarà referente scientifico del gruppo sulla giustizia minorile. Uno dei temi principali che verranno affrontati è quello relativo alla mentalità per la quale la mediazione familiare nelle situazioni di conflittualità coniugale viene considerata marginale: «La mediazione assolve la propria funzione soprattutto in chiave preventiva e contenitiva della conflittualità», ha affermato ai microfoni dell’Avvenire. Ma è stata relegata a eventuale parentesi intraprocessuale, svilendone così la funzione. «In questo senso, si può ipotizzare la predisposizione di un modello tendenzialmente extragiudiziale di orientamento collaborativo per la gestione di questa, mediante l’ausilio di una rete di professionisti operanti in equipe», ha aggiunto il docente straordinario di Istituzioni di diritto privato presso la Pontificia Università Lateranense e membro del Comitato scientifico dell’Osservatorio nazionale sulla Famiglia presso la presidenza del Consiglio dei ministri.



FIGLI NATI DAL MATRIMONIO E DALLE CONVIVENZE

Sono tanti gli aspetti di cui si discuterà alla Conferenza nazionale sulla famiglia. Ad esempio, la legge ha messo sullo stesso piani i figli nati all’interno del matrimonio con quelli nati dalle convivenze, ma non mancano le differenze quando la coppia si separa: il figlio nato in costanza di matrimonio è direttamente figlio della coppia, quindi non possono sottrarre le sorti della prole al vaglio giudiziale. Ballarani ha spiegato che, invece, se la coppia non è coniugata, il ricorso alle procedure di affidamento è eventuale, rimesso alla volontà comune delle parti o a una di esse. La legge sull’affido condiviso del 2006 è però considerata inadeguata, per Ballarani ci sono aspetti che andrebbero modificati e altri che non vanno rivisti. «Un accordo fra le parti non dovrebbe sottrarsi al vaglio omologatorio da parte del giudice, il quale dovrebbe valutarne la corrispondenza all’interesse superiore della famiglia nel suo insieme e della prole nello specifico», ha spiegato Ballarani, secondo cui alcuni assunti sull’affidamento condiviso, come quelli sull’assegnazione della casa familiare, andrebbero ripensati per dare maggiore autonomia alle parti.  



L’INTERESSE DEL MINORE “SACRIFICATO”

Per Gianni Ballarani il diritto di famiglia sta emarginando i piccoli. «Si rischia di sacrificare il superiore interesse del minore sull’altare dell’utilitarismo individualistico che vuole il diritto e l’ordinamento in funzione servente», ha spiegato nell’intervista rilasciata all’Avvenire. E le scelte legislative degli ultimi anni rischiano di privatizzare la giustizia minorile, mettendo quindi il minore in una situazione nella quale è meno tutelato dal punto di vista legislativo. «Sembra che lo Stato dimentichi come la protezione costituzionale della unità familiare trovasse ragione propria nella insostenibilità dei costi sociali della disgregazione familiare». Citando la legge sulle unioni civili, Ballarani ha spiegato che «si stanno sempre più contrattualizzando le relazioni affettive nelle fasi genetiche, funzionali e patologiche, svilendo ogni profilo di rilevanza personale». E questo non può che creare dei problemi se al rispetto dell’autonomia privata familiare tra adulti si mantiene la tutela pubblica dell’interesse superiore del minore. 

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