Ha registrato un file audio per salutare i suoi compagni di classe, poi ha avvicinato la sedia alla finestra e si è lanciata per oltre venti metri. Così una ragazzina di undici anni (ne avrebbe compiuti dodici a novembre) ha deciso di suicidarsi a Campomorone, in un paesino nell’entroterra di Genova. Il terribile gesto sarebbe maturato a causa della sofferenza per la separazione dei genitori. Forse covava nel suo cuore da tempo la solitudine. «La vita fa schifo», dice la bambina prima di dirle addio per sempre. È accaduto tutto nel giro di pochi minuti, subito dopo essere rimasta da sola a casa. La madre, infermiera, esce per andare a lavoro, così il fratello più grande. E allora registra l’auto, scrive su un biglietto il pin per sbloccare il cellulare e li appoggia sul comodino. Le finestre si spalancano e la bambina mette fine alla sua sofferenza nel giro di pochi secondi. Una sofferenza che non aveva mai mostrato.
LA PRIMA RICOSTRUZIONE DELLA TRAGEDIA
La ragazzina di undici anni aveva da poco cominciato la seconda media. Della sua sofferenza non aveva mai parlato con nessuno: né con la madre, né con il fratello, neppure con gli amici. Stava soffrendo in silenzio. Il suo corpo riverso per terra è stato notato a un passante che ha subito chiamato i soccorsi: l’ambulanza è intervenuta tempestivamente, ma non c’è stato nulla da fare. Ora i carabinieri stanno indagando sulla vicenda: per tutta la giornata, come riportato dal Messaggero, hanno sentito familiari e amici. Nessun episodio di bullismo nella vita della ragazzina, anzi: conduceva una vita normale, quella di qualunque altro bambino. Solo un’ombra nella sua vita, che ha avvolto il suo cuore: gli inquirenti ipotizzano che la separazione dei genitori, avvenuta quattro anni fa, abbia scosso la piccola. Un trauma evidentemente silenzioso che si è rinnovato giorno dopo giorno fino a sfociare nella tragedia.