Il Giappone “accetta” la terza guerra mondiale e con il proprio presidente Shinzo Abe interviene ancora una volta molto duramente contro il vicino regime di Pyongyang, con la richiesta che si allontana nettamente dalle pressioni che Russia, Cina e in parte anche Sud Corea chiedono da settimane per ritornare a dialogare con la Corea del Nord. «Il dialogo con la Corea del Nord non funzionerà, ora è tempo di esercitare la massima pressione su Pyongyang», scrive Shinzo Abe in un editoriale di oggi sul New York Times. Abe poi riconosce l’importanza delle sanzioni Onu ma nello stesso tempo chiede alle Nazioni Unite di non “insistere” con il dialogo, «sarà vicolo cieco, Pyongyand vedrà più colloqui come una prova che altri Paesi si sono arresi al successo dei suoi lanci missilistici e ai suoi test nucleari», conclude il suo ragionamento il premier Giapponese, sempre più convinto dello scontro necessario contro la minaccia atomica nordcoreana.
AMBASCIATORE USA, “PRONTI A DISTRUGGERLI”
La priorità degli Stati Uniti è risolvere pacificamente la crisi nordcoreana, ma l’opzione militare resta un’alternativa se gli sforzi diplomatici non dovessero produrre risultati apprezzabili. Lo ha fatto sapere Rex Tillerson, il segretario di Stato Usa, intervenuto ieri a Face the Nation, programma tv dell’emittente Cbs. Ma il segretario ha puntualizzato: «Mettiamolo in chiaro: noi cerchiamo una soluzione pacifica». Più dure invece le dichiarazioni di Nikki Haley, ambasciatore Usa all’Onu, che alla Cnn ha spiegato: «Se la Corea del Nord continuerà con questo atteggiamento sconsiderato, se gli Stati Uniti si vedranno costretti a difendere i loro alleati con ogni mezzo, la Corea del Nord verrà distrutta». Giovedì è in programma un incontro a New York tra il presidente Donald Trump e quello sudcoreano, alla presenza del premier giapponese Abe Shinzo. Il pranzo di lavoro sarà utile per discutere le prossime messe comuni in risposta gli ultimi test della Corea del Nord. I presidenti di Cina e Russia, Xi Jinping e Vladimir Putin, non parteciperanno all’Assemblea generale Onu. (agg. di Silvana Palazzo)
RUSSIA VS USA, “NO A SOLUZIONI MILITARI”
A non essere per nulla d’accordo con la già annunciata nuova operazione militare congiunta che potrebbe svolgersi ad ottobre, capitanata dagli Usa, è la Russia. Lo riporta oggi Sputnik news che cita le parole del capo del comitato internazionale del Consiglio della Federazione Konstantin Kosachev. Il rappresentante russo, infatti, ha fatto sapere che un’operazione militare americana contro la Corea del Nord spingerebbe quest’ultima a difendersi con tutti i mezzi a sua disposizione, mettendo così in pericolo la Russia che non intende permettere a Washington un ulteriore esperimento nei pressi dei suoi confini. Sebbene l’opzione numero uno paventata dagli Usa sia quella di una risoluzione pacifica delle tensioni con Pyongyang, è altrettanto vero che lo stesso Tillerson non esclude, in caso di insuccesso, la presa in considerazione dell’opzione militare. Il senatore russo è intervenuto ai giornalisti asserendo come Kim Jong-un farà di tutto per far fronte a questa ingerenza esterna. “Fino ad ora gli USA, altri paesi occidentali, i loro alleati, i vicini della Corea del nord, la Corea del Sud, il Giappone e altri protagonisti regionali approvano la possibilità di interventi esterni per rovesciare il regime attuale… finché esisterà questa minaccia purtroppo la Corea del Nord continuerà con il proprio programma nucleare”, ha commentato. E questo ovviamente non potrà che avere conseguenze anche per il proprio Paese. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
ESERCITAZIONI CONGIUNTE TRA USA, COREA DEL SUD E GIAPPONE
La simulazione di un bombardamento messa in atto oggi da jet Usa non sarà l’unica. La nuova esercitazione è giunta a tre giorni dall’ennesimo test della Corea del Nord ma, come spiega RaiNews.it, tra la fine del mese e l’inizio di ottobre è attesa una simulazione combinata che vedrà impegnate le forze armate di Corea del Sud, Stati Uniti e Giappone. Ancora una volta sarà la risposta alle provocazioni di Pyongyang, come annunciato da un portavoce del ministero della Difesa sudcoreano. Ad anticipare l’esercitazione è stato un documento presentato in Parlamento in questi giorni e nel quale si sottolinea come il regime di Kim sia sempre più vicino “alla fase finale” dello sviluppo di un missile balistico intercontinentale che potrebbe colpire gli Usa. Per tale ragione il Pentagono ha espresso le intenzioni di inviare una portaerei nucleare e il suo gruppo di attacco al fine di partecipare alle manovre con le Forze navali sudcoreane a ottobre. Il clima che si respira è inevitabilmente sempre più quello di un conflitto mondiale ormai prossimo. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
JET USA SIMULANO BOMBARDAMENTI NEI CIELI SUDCOREANI
Arriva un nuovo avvertimento degli Usa alla Corea del Nord: stando a quanto riporta l’agenzia Yonhap, quattro jet americani F-35B invisibili e 2 bombardieri strategici B-1B hanno simulato un bombardamento nei cieli sudcoreani. Ad affiancare gli aerei Usa anche quattro F-15K sudcoreani che poi sarebbero rientrati alle rispettive basi, in Giappone ed a Guam. Le simulazioni messe in atto sono state realizzate tre giorni dopo il lancio del missile intermedio dal Nord verso il Pacifico, dopo aver sorvolato il Giappone. Come riporta Giornale di Sicilia, l’ambasciatrice Usa all’Onu, Nikki Haley, di recente si è pronunciata ai microfoni della Cnn asserendo come ormai l’unica soluzione che resta da attuare consisterebbe proprio nell’azione militare. “Abbiamo praticamente esaurito tutte le cose che possiamo fare al Consiglio di sicurezza a questo punto”, aveva detto, lasciando tutto nella mani di James Mattis, a capo del Pentagono. “Stiamo tentando tutte le possibilità che abbiamo ma c’è una intera serie di opzioni militari sul tavolo”, aveva proseguito. La stessa ambasciatrice americana, parlando della Corea del Nord aveva sottolineato la fine tragica che il paese avrebbe fatto se avesse continuato ad assumere il comportamento “incosciente” che porta avanti da tempo e che ha contribuito, in questi mesi, a far ipotizzare sempre di più una ormai imminente Terza Guerra Mondiale. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
USA-RUSSIA: PACE NEL MONDO DIPENDE DALLE LORO SCELTE
In una situazione per cui la terza guerra mondiale potrebbe scoppiare da un momento all’altro, specie con la Corea del Nord come “miccia” ormai prefigurata, l’intero mondo non può certo permettersi un continuo contrasto e distanza tra le due massime superpotenze come Usa e Russia. Il Consiglio di Sicurezza Onu deve riunirsi questo mercoledì per discutere su cosa fare in definitiva con la minaccia di Kim Jong-un – altre sanzioni a questo punto andrebbero nella direzione più del ridicolo che non dell’effettivo bisogno – e i due Paesi dovranno dimostrare maggiore collaborazione. Ad auspicarlo è niente meno che il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres: «Il mondo non può permettersi, che gli USA e la Russia siano in contrasto», ha spiegato in una intervista su Sputnik News. Secondo il responsabile della comunità internazionale – che dovrebbe partecipare alla riunione dei Cinque di mercoledì – la pace e la sicurezza nel mondo dipendano molto dalle scelte di questi due paesi: «questi due pilastri della comunità internazionale devono cercare in un dialogo costruttivo e raggiungere la comprensione reciproca in vari ambiti. Il mondo non può permettersi che paesi importanti e potenti come USA e Russia siano in contrasto».
TRUMP IRONIZZA SU KIM JONG-UN
Prima Nikki Haley “minaccia” il regime, «la Corea del Nord se continua così finirà distrutta» e poi ci pensa Donald Trump in persona a dare una versione quasi ridicola del dittatore nordcoreano. Come? Su Twitter, ovviamente: «Ho parlato la notte scorsa con il presidente sudcoreano Moon Jae-in e gli ho chiesto come sta Rocket Man (Kim Jong-un, ndr). In Corea del Nord si stanno formando lunghe code per la benzina. Che peccato!», riferendosi alle ultime sanzioni lanciate da Onu e Usa contro Pyongyang. Ma è quel “rocket-man”, riferimento alla nota canzone di Elton John “L’uomo razzo” a scatenare i social mondiali, con il presidente Usa attaccato per la sua ironia molto poco divertente in un momento di estrema fragilità a livello di scenari globali proprio tra Usa e Corea del Nord. Una presa in giro, un’irrisione che non è piaciuta quasi a nessuno specie all’Onu dove si sta cercando di trovare una quadra alla grave emergenza in Pyongyang e in generale sul Pacifico.