Sono molte numerose le celebrità che soffrono o hanno sofferto di disturbo della personalità borderline, la patologia dalla quale è afflitto l’assassini di Noemi Durini, il fidanzato diciassettenne Lucio M. Il disturbo borderline porta ad essere sempre sull’orlo di gravi crisi depressive, vedendosi pieni di difetti ed avendo una percezione distorta del proprio essere. Proprio quello che ha portato il leader dei Nirvana, Kurt Cobain, al suicidio nel 1994, con un disturbo aggravato dall’abuso di droghe. Un’altra celebrità che ha sofferto di questo tipo di disturbo è Angelina Jolie, anche prima della separazione da Brad Pitt, disturbo borderline che l’ha portata anche a soffrire di anoressia. E poi Jim Morrison, che cadeva a causa di questo disagio psicologico in gesti autolesionisti, e anche Lady Diana Spencer (seppur in forma maggiormente controllata) e l’attore Klaus Kinski, che aggiungeva al disturbo borderline il disturbo narcisistico della personalità. (agg. di Fabio Belli)

COME SI MANIFESTA

Il disturbo borderline di personalità (DBP) può generare comportamenti problematici, come dimostra il caso del fidanzato di Noemi Durini, la sedicenne brutalmente uccisa dal minore. Si tratta di una malattia più frequente nel sesso femminile, ma che può comunque insorgere in soggetti maschili. Come si manifesta? L’instabilità emotiva è la caratterista principale: i cambiamenti di umore sono marcati e repentini. Le tempeste emotive si scatenano in risposta a eventi relazionali spiacevoli e rendono difficile la gestione delle proprie emozioni. Un’altra caratteristica di questo disturbo è la difficoltà a riflettere sulle proprie esperienze in maniera coerente. I soggetti che soffrono di disturbo borderline percepiscono l’altro come un nemico da cui difendersi. Aspetti che, alla luce dell’omicidio di Noemi Durini, rendono ancor più chiari alcuni aspetti della vicenda. (agg. di Silvana Palazzo)

LE CARATTERISTICHE DEL DISTURBO DI PERSONALITÀ

Il caso di Noemi Durini ha riacceso i riflettori su una malattia psichiatrica complessa, spesso confusa con quella bipolare: il disturbo di personalità borderline. È stato infatti riconosciuto al fidanzato della sedicenne brutalmente uccisa, sebbene sia comunque considerato capace di intendere e volere. La diagnosi di questo disturbo non è semplice, ma fondamentale per la scelta della terapia e del supporto al paziente. «Una persona borderline ha prima di tutto relazioni interpersonali intense e instabili. La sua vita è costellata da rapporti affettivi tumultuosi e turbolenti che terminano bruscamente. E anche da perdite ricorrenti del lavoro o da interruzioni degli studi», spiegava tempo fa Mario Maj, ordinario all’Ateneo Vanvitelli di Napoli, alla Repubblica. Un’altra caratteristica del disturbo di personalità borderline è la propensione a cambiare bruscamente giudizio nei confronti delle persone: dalla idealizzazione si passa alla svalutazione e viceversa, ma instabile è anche l’immagine che si ha di sé. (agg. di Silvana Palazzo)

LA MALATTIA DEL FIDANZATO DI NOEMI DURINI

La tragedia della giovanissima Noemi Durini, uccisa per futili motivi dal fidanzatino Lucio, si arricchisce di particolari sempre più oscuri e inquietanti. Il ragazzo è stato definito, psicologicamente parlando, borderline e potenzialmente pericoloso per la società. I legali del giovane assassino, constatato il profilo psicologico del loro assistito, hanno subito chiesto di volersi accertare della sua piena capacità di intendere e di volere al momento del truce omicidio. Uno scenario del genere, come è ovvio, cambierebbe le carte in tavola e ribalterebbe una situazione che sembra oramai compromessa. Ricordiamo, infatti, che il diciassettenne Lucio è un reo confesso, il che incanala la situazione verso una fine quanto mai scontata, aggravata, peraltro, dai futili motivi. Luigi Rella e Paolo Pepe, gli avvocati difensori del ragazzo, hanno già proposto un ricovero in casa di cura, ma la richiesta è stata fermamente respinta.

L’ASSASSINO DI NOEMI DURINI E’ BORDERLINE…

Ada Colluto, il gip del Tribunale dei minorenni di Lecce, non ha comunque avuto alcun dubbio sulle modalità che hanno portato Lucio M. ad uccidere la povera sedicenne Noemi Durini. Secondo il gip, infatti, l’omicida sarebbe stato lucido e pienamente capace di intendere e di volere al momento del misfatto. Nonostante gli sia stata riconosciuta una grave instabilità psichica, Lucio è stato giudicato un assassino freddo e implacabile, vista l’accusa di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione. La consulenza neuropsichiatrica dell’Asl lo ha definito ‘borderline con capacità intellettive al limite’ e – aggiunge il magistrato – ‘capace di risolvere la situazione a suo modo’, dunque socialmente pericoloso. Ulteriore luce sui fatti si farà quando saranno resi noti i risultati dell’autopsia sul corpo della giovane sedicenne di Specchia. A quel punto il giudice potrà avere maggiori elementi per definire una situazione che si sta ingarbugliando sempre più.