La battaglia di Francesco Orlandi, dopo l’anticipazione del dossier che è il cuore del libro-inchiesta di Emiliano Fittipaldi su Emanuela Orlandi, ha assunto nuovo vigore. Non che il fratello della ragazzina scomparsa nel 1983 abbia mai mollato la presa, ma da alcune ore a questa parte ci sono 483 milioni di buoni motivi per sperare di risalire alla verità, uno per ogni lira che secondo l’autore dello scoop il Vaticano avrebbe speso per sostenere “l’allontanamento domiciliare di Emanuela” fino al 1997. Intervistato da Il Corriere della Sera, il fratello di Emanuela invoca ciò che chiede da metà della sua vità, verità:”Io ho sempre creduto che mia sorella fosse stata portata in un convento o in un luogo segreto. Ecco perché mi appello a Papa Francesco affinché utilizzi questo documento per fare luce e per dirci la verità. Lui ha sempre affermato: costruiamo ponti, non alziamo muri”. Francesco Orlandi non vuole sbilanciarsi troppo sull’autenticità del dossier:”Io non lo so, ma ritengo che ci siano circostanze da approfondire e per questo chiedo aiuto. Vorrei ricordare che Emanuela è cittadina vaticana, per la Santa Sede dovrebbe essere una priorità scoprire che cosa è davvero accaduto. Sono convinto che se Papa Francesco liberasse tutti dal segreto, finalmente noi sapremmo che cosa hanno fatto a mia sorella”. Eppure fu proprio Papa Francesco a dirgli in un incontro che “Emanuela è in cielo”:”Sono rimasto costernato. Se lui davvero sa che è morta deve sapere anche come è successo. Ho tentato più volte di essere ricevuto ma ho sempre trovato la porta chiusa”.
IL DOSSIER SU EMANUELA ORLANDI: “TUTTA UNA MONTATURA”
Il cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso e camerlengo di Santa Romana Chiesa, tra gli uomini più fidati di Papa Francesco quando si tratta di tessere rapporti e contatti con il mondo musulmano, è tra i destinatari del documento choc anticipato da Emiliano Fittipaldi nel libro-inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi. Intercettato telefonicamente da La Repubblica, Tauran, non sembra preoccuparsi troppo della vicenda:”Non ho altro da aggiungere a quanto ha dichiarato la Santa Sede, attraverso la sala stampa e poi la segreteria di Stato. Ripeto quanto ha detto il portavoce vaticano: si tratta di un documento falso e ridicolo. Sono d’accordo con la segreteria di Stato, il documento non è autentico e sono del tutto false e prive di fondamento le notizie in esso contenute. Stiamo parlando di un testo che è solo una montatura, lo ripeto ancora una volta e altro non voglio aggiungere“.