LA VICENDA DEL MARTIRIO
Gennaro è uno dei santi dell’antichità più venerati dai fedeli grazie anche al misterioso prodigio della liquefazione del suo sangue. Amatissimo a Napoli, città di cui è patrono, ha il bastone pastorale e la palma come attributi iconografici, simboli del martirio. Quest’ultima vicenda si inserisce nel quadro delle persecuzioni anti cristiane di Diocleziano. Gennaro conosceva il diacono Sosso, che guidava la comunità cristiana di Miseno e che fu incarcerato dal giudice Dragonio, proconsole della Campania. Saputo dell’arresto di Sosso, si recò insieme a Festo e Desiderio a portargli il suo conforto in carcere. Informato della sua intromissione, Dragonio fece arrestare anche loro tre, provocando le proteste del diacono di Pozzuoli e di due fedeli della stessa città, Eutiche ed Acuzio. Anche questi tre furono arrestati e condannati insieme agli altri a morire nell’anfiteatro per essere sbranati dagli orsi. Durante i preparativi il proconsole si accorse che il popolo dimostrava simpatia verso i prigionieri, quindi decise di farli decapitare. (agg. di Silvana Palazzo)
LA PREGHIERA CONTRO LE MALATTIE
Nel giorno di San Gennaro arriva potente l’invocazione di protezione e la preghiera proprio al santo amato in Campania dal vescovo di Acerra, impegnato da anni nella cura dei tantissimi casi di cancro tra la giovane popolazione per via dell’inquinamento del territori nella Terra dei Fuochi che in molti casi si è rivelato letale per tanti bambini. «Un tempo chiedavamo a San Gennaro di prottegerci dalla peste e dalle eruzioni, oggi dobbiamo chiedergli di proteggerci dai mali prodotti dalla mano malvagia e corrotta dell’uomo e dal suo cuore inaridito», così ha detto il vescovo Antonio Di Donna ieri durante l’omelia dei vespri in onore del Santo patrono di Napoli. «Come regione, come città di Napoli e di Acerra – ha spiegato ancora il presule – dobbiamo rimodulare la richiesta di protezione al nostro San Gennaro. Dobbiamo chiedergli di proteggerci dai mali come la corruzione e la mancanza di lavoro di un’economia che uccide ed esclude i giovani dal lavoro. Ma noi di Acerra, e di tutta la Campania, dobbiamo chiedere protezione rispetto al dramma ambientale e dell’inquinamento delle nostre terre, impropriamente chiamate ‘dei fuochi, perchè questo male affligge tutta la regione, ma anche altre parti d’Italia». Il monsignore di Acerra spiega che l’aumento delle morti per tumore nei bambini è un fenomeno sempre più preoccupante e che molti tendono a tenerlo nascosto: «da più parti cerchino di convincerci che sia tutto normale e che questi mali siano la conseguenza degli stili di vita: ma che stile di vita poteva avere una bimba di appena cinque mesi».
L’ORIGINE DEL NOME
Oggi tutta Napoli attende il miracolo del sangue del Santo patrono della città partenopea: San Gennaro è amato e venerato come il più grande testimone cristiano in Campania, complice anche il miracolo che ogni anno accade della liquefazione del sangue, un momento di forte spiritualità e di misteriosa origine soprannaturale studiata ormai da decenni senza una vera risposta scientifica. Ma oltre al miracolo del Sangue – segui qui tutte le ultime notizie e novità sul miracolo della liquefazione – un elemento interessante da scoprire su San Gennaro è l’origine stessa del suo nome, tra l’altro uno dei più utilizzati a Napoli e in Campania per cui oggi rappresenta anche la festa di onomastico per tantissimi cittadini fedeli partenopei: «risale al latino “Ianuarius” derivato da “Ianus”’ (Giano) il dio bifronte delle chiavi del cielo, dell’inizio dell’anno e del passaggio delle porte e delle case», spiega Famiglia Cristiana, sottolineando come il nome era proprio attribuito inizialmente ai bambini nati nel mese di gennaio. La curiosità però, a livello storico, riguarda il fatto che Gennaro appartenne alla gens Ianuaria, «perché Ianuarius che significa “consacrato al dio Ianus” non era il suo nome, che non ci è pervenuto, ma il gentilizio corrispondente al nostro cognome». (agg. di Niccolò Magnani)
LA BIOGRAFIA DEL SANTO
San Gennaro nasce nella città di Benevento nel 272 dopo Cristo e i familiari del giovane sono tutti dei cristiani e allora quest’ultimo sceglie di diventare fin da ragazzo un seguace di Dio. San Gennaro diventa quindi prima sacerdote e poi vescovo della città di Benevento. Dopo la sua elezione, il futuro Santo decide di recarsi a Pozzuoli, per incontrare la comunità di cristiani di questa città e ad accompagnare il vescovo ci sono il lettore Desiderio e il diacono Festo. Al gruppo si deve unire anche il diacono di Miseno Sossio, che è pure un grande amico di Gennaro. L’uomo però è stato arrestato dal governatore campano Dragonzio, proprio per la sua fede in Gesù. Il vescovo di Benevento, insieme con Festo e Desiderio, decide allora di andare a trovare in carcere Sossio. Successivamente i tre si presentano dinanzi a Dragonzio, per chiedere la liberazione del diacono di Miseno. Nel corso di quest’incontro, il governatore della Campania viene a sapere che san Gennaro, Festo e Desiderio sono quindi amici di Sossio e che sono cristiani e a causa di ciò, il governatore condanna i quattro a morte. Questi ultimi vengono dunque condotti in un’arena per essere sbranati dalle belve e i leoni, però, benchè affamati, non uccidono i prigionieri, anzi si prostrano al loro cospetto in segno di rispetto. Dragonzio allora fa decapitare san Gennaro e i suoi amici. Il vescovo di Benevento muore a Pozzuoli nel 305 e, anni dopo la sua scomparsa, costui è stato nominato Santo. La sua festa si celebra annualmente il 19 Settembre.
FESTE E SAGRE IN ONORE DI SAN GENNARO
San Gennaro è il Patrono di Napoli. In questa città, il 19 Settembre di ogni anno, in occasione della festa patronale, c’è una processione con il simulacro del vescovo di Benevento che percorre tutte le vie principali del capoluogo campano. Successivamente la statua di san Gennaro ritorna al Duomo di Napoli, seguita da moltissime autorità civili e religiose. Nella Cattedrale viene celebrata una santa messa, nel corso della quale avviene sempre la liquefazione del sangue del Santo, che è conservato in due ampolle. Ogni volta che succede il miracolo, vengono sparati 21 colpi di cannone. Nel corso della festa patronale, a Napoli, si organizzano pure delle sagre, in cui la gente può assaggiare alcune specialità locali, come la pizza e gli gnocchi alla sorrentina.
IL PATRONO DI NAPOLI
Napoli è il capoluogo della Campania e ha quasi 970 mila abitanti. Il centro storico di questa città è Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO. Tra gli edifici religiosi più importanti del posto, ci sono certamente il Duomo di Santa Maria Assunta e la Certosa di San Martino. La Cattedrale è stata realizzata con alcuni elementi architettonici, appartenenti allo stile gotico, rinascimentale e barocco. Inoltre in questa struttura avviene per tre volte l’anno lo scioglimento del sangue di San Gennaro. La Certosa invece è uno dei monumenti nazionali più importanti d’Italia. Altri edifici conosciuti a Napoli sono il Palazzo Reale, il castello medievale del Maschio Angioino e il Teatro San Carlo, che è uno dei più famosi al mondo. In questo capoluogo campano si possono visitare pure Piazza del Plebiscito e la zona di San Gregorio Armeno, dove ci sono le celebri botteghe dei presepi, che ogni anno attirano moltissimi visitatori.
GLI ALTRI SANTI DEL GIORNO E BEATI DI OGGI
Oltre a san Gennaro, il 19 Settembre si ricordano: Sant’Alonso de Orozco, Nostra Signora di La Salette, Santa Emilia de Rodat e San Lamberto di Frisinga. I Beati del 19 Settembre sono: Giacinto Gonzalez e Francesca Baixauli.