Si è rivolto ad una clinica svizzera per il suicidio assistito, ma non era affetto da alcuna malattia terminale, né altre gravi o invalidanti. La Procura di Como ha quindi aperto un’indagine sulla morte di un ingegnere di Albavilla, che era affetto da una forma di depressione. Il reato ipotizzato è istigazione al suicidio. La salma è rientrata giovedì scorso in Italia. Anche questa circostanza ha fatto scattare l’inchiesta. Il corpo era infatti accompagnato dal certificato di decesso nel quale si legge: «Cause della morte non naturali». Da qui la decisione di porre la salma sotto sequestro e di conferire l’incarico per l’autopsia. Si sta vagliando anche la posizione dell’amico che ha accompagnato il 62enne a Chiasso. Potrebbe essere indagato per istigazione o aiuto al suicidio, ma non è chiaro se fosse a conoscenza delle intenzioni dell’amico. Come riporta La Provincia di Como, potrebbe averlo semplicemente accompagnato a Chiasso, da dove poi l’ingegnere ha proseguito il suo in viaggio in treno verso la clinica di Zurigo, e la morte.



QUALI PATOLOGIE CONSENTONO IL SUICIDIO ASSISTITO?

L’ingegnere comasco avrebbe comunque segnalato il suo problema di depressione: aveva infatti inviato una lettera ai servizi sociali del suo Comune, annunciando l’intenzione di andare in Svizzera per morire. Non è da escludere che il magistrato titolare del fascicolo, Valentina Mondovì, coinvolga gli inquirenti svizzeri, tramite rogatoria, per verificare eventuali reati. E quindi potrebbero essere acquisite anche le cartelle cliniche dell’uomo. Va chiarito comunque se la depressione, non unita ad altre patologie, sia una condizione sufficiente per avere accesso al suicidio assistito in Svizzera. Si tratta di un caso ben diverso da quello di Dj Fabo, cieco e tetraplegico dopo un incidente stradale e accompagnato a morire in Svizzera dall’esponente radicale Marco Cappato.

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