LA VITA DEL SANTO

Le notizie relative a questa figura santa sono poche, fantasiose ma soprattutto discordanti, tanto che non sorprende che spesso venga confuso con altre personalità. Pietro da Natalibus affermava fosse originario della lontana Cappadocia, una regione dell’Anatolia. Ne “La storia lausia” Palladio invece lo descrive come un eremita, vissuto in totale solitudine per lunghissimo tempo in una grotta presso Gerico, per poi trasferirsi nella provincia di Fermo e diffondere la parola di Dio tra la gente. Palladio esalta la figura di questo asceta che ha scelto di isolarsi dal resto dell’umanità per raggiungere la perfezione cristiana. Secondo un’altra versione, sant’Elpidio visse intorno al IV secolo e le sue vicissitudini si intrecciano con quelle di San Basilio e con quel monachesimo il cui iniziatore fu San Pacomio. Pacomio introdusse il cenobitismo e fondò nella tebaide, presso il Nilo, i primi conventi sia per uomini che per donne: erano composti da singole cellette per ogni componente, avevano come spazi comuni il refettorio e la chiesa ed erano sottoposti alla supervisione dell’abate. San Basilio, teologo e mistico della Cappadocia, rinnovò questo cenobitismo rafforzando i poteri dell’abate per contrastare gli eccessi e ponendo l’accento sul connubio lavoro intellettuale e lavoro manuale. Numerosi monaci però abbandonarono il convento per esercitare il loro ufficio per le strade e in forme insolite: nacquero infatti gli “stiliti” che si ponevano immobili su colonne ed elargivano consigli ai bisognosi. Si pensa che tra questi monaci girovaghi ci fosse proprio sant’Elpidio, che abbandonò il convento per una vita ritirata a Gerico. Secondo alcune versioni il santo raggiunse poi il piceno dove fondò una comunità monastica. Alcuni studiosi invece pensano che sant’Elpidio sia stato originario del piceno e che qui abbia sempre vissuto, vivendo da asceta secondo i dettami dei padri del deserto e conquistando l’amore e la benevolenza di tutti. Se invece si da conto al polittico realizzato da Giacomo di Nicola da Recanati oggi conservato nel “Musée des Arts Décoratifs” di Parigi, sant’Elpidio sarebbe stato non tanto un eremita oppure un abate quanto un santo cavaliere. Comunque, qualunque sia la verità, le spoglie di sant’Elpidio riposano in un sarcofago marmoreo nella Chiesa di Sant’Elpidio abate presso Sant’elpidio a Mare, proprio accanto ai suoi due discepoli, Eustasio ed Ennesio.



PATRONO DI SANT’ELPIDIO A MARE

Sant’Elpidio è il santo patrono di Sant’Elpidio a Mare in provincia di fermo e qui viene celebrato dal 26 agosto a 6 settembre con eventi non solo liturgici ma anche musicali e di intrattenimento: da ricordare la partita del cuore, la festa della terza età o la serata della solidarietà. Sant’Elpidio a Mare è un piccolo e pittoresco borgo marchigiano che si è plasmato attorno alla misteriosa “Torre Gerosolimitana” altrimenti detta “Torre dei cavalieri di Malta”, posta accanto alla “Collegiata di Sant’Elpidio abate”: la costruzione è risalente al XIV secolo e domina il paese dall’alto dei suoi 28 mt, offrendo dalla cima un panorama unico sui monti sibillini. Nonostante la sua posizione possa sembrare strategica, si pensa abbia “solo” un significato religioso, anche tenendo conto la croce bianca gemmata che ricorda proprio l’Ordine Gerosolimitano e della Croce di Malta che viene fuori unendo idealmente le diagonali che passano per il centro della pianta.



GLI ALTRI SANTI DI OGGI

Il 2 settembre sono celebrati molti santi come Agricolo di Avignone, Antonino di Apamea, Giusto di Lione, Lanfranco di Vercelli, Prospero di Tarragona, Zenone e figli, Siagrio di Autun e molti beati come Alessandro Carlo Lanfant, Apollinare da Posat, Enrico Filippo Ermes, Gianfrancesco Burtè, Urbano Lefevre, Oliviero Lefevre, Lanfranco di Vercelli, Pietro Landry e Giovanni Lacan.

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