Dopo i fatti degli ultimi giorni, si riaccendono i riflettori sul caso di Emanuela Orlandi ancora irrisolto dopo 34 anni. Era il 22 giugno quando la giovane 15enne spariva misteriosamente ed ora, forse, un dossier venuto a galla potrebbe finalmente contribuire a ridare alla sua famiglia la verità mai avuta sul destino della giovanissima cittadina di Città del Vaticano della quale si persero le tracce il 22 giugno 1983. Del caso se ne occuperà questa sera anche la trasmissione Chi l’ha visto con nuovi approfondimenti. Nel frattempo, come rivela Corriere della Sera, ieri mattina la sorella di Emanuela, Natalina Orlandi veniva raggiunta da una telefonata importante che anticipava un incontro con il Monsignor Becciu, sostituto per gli affari generali della Segreteria di Stato. Un passo importante, giunto tre mesi dopo l’istanza presentata dalla difesa della famiglia Orlandi dal quale sarebbe emersa la massima disponibilità da parte dell’alto prelato a collaborare con i familiari, incontrando i propri avvocati e consegnando l’intera documentazione in loro possesso. A sua detta però, quei documenti non conterrebbero alcuna novità in merito al caso di Emanuela Orlandi, ribadendo la falsità di quel dossier che sta facendo tremare il Vaticano. Monsignor Becciu con il suo primo importantissimo passo ha anche fatto sapere la vicinanza al dolore della famiglia di Emanuela ma ha dimostrato soprattutto un segnale fortissimo per gli Orlandi che da anni sono alla ricerca della verità.



I DUBBI DEL FRATELLO PIETRO

A non arrendersi in tutti questi anni di silenzi, ma anche di misteri ed ipotesi sconvolgenti è stato Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, intervenuto ieri in un’intervista al Corriere della Sera dopo la diffusione del presunto dossier, considerato falso dalla Santa Sede. “Io ho sempre creduto che mia sorella fosse stata portata in un convento o in un luogo segreto”, ha dichiarato, auspicando nell’intervento di Papa Francesco. Dall’età di 23 anni e per i successivi 34, Pietro non ha mai smesso di cercare la sorella ma ha la sensazione che qualcosa stia realmente cambiando. Non è certo della veridicità del dossier, ma è convinto a fare finalmente chiarezza su alcune circostanze oscure. “Sono convinto che se Papa Francesco liberasse tutti dal segreto, finalmente noi sapremmo che cosa hanno fatto a mia sorella. In Vaticano ci sono moltissime persone che lo sanno ma non possono rivelarlo”, ha dichiarato. Preferisce non sbilanciarsi, Pietro Orlando, ma di una cosa appare ormai sicuro, ovvero che alla povera sorella sia accaduto qualcosa di realmente inconfessabile. Non è un caso se, dopo gli iniziali appelli di Giovanni Paolo II la famiglia Orlandi ebbe la sensazione di rappresentare un “problema per i prelati” e di essere osteggiata. In un incontro con Papa Francesco, fu il pontefice a dire a Pietro “Emanuela è in cielo”. Un’affermazione che lasciò interdetto il fratello tanto da portarlo a sostenere ancora oggi: “Se lui davvero sa che è morta, deve sapere anche come è successo”. Da allora non riuscì più ad avere un incontro con il Papa ma oggi torna a chiedere con forza: “abbiamo diritto di sapere la verità, mia madre ha diritto di sapere dov’è sua figlia”. E sulla sorella scomparsa ha chiosato: “Fino a che non mi restituiranno il corpo di mia sorella io crederò che sia viva. Fino a che non mi diranno dove è sepolta io continuerò a cercarla, non smetterò mai di bussare a tutte le porte”.



L’AUDIO CHOC TRASMESSO IN DIRETTA TV

Da sempre la trasmissione Chi l’ha visto si è dedicata al caso di Emanuela Orlandi. Un anno fa esatto, fece scalpore la puntata in cui fu trasmessa una traccia audio choc. Dall’altra parte del nastro, la voce di una ragazza: si trattava della 15enne sparita nel nulla 34 anni fa? Il programma e la famiglia si sono domandati a lungo su questo aspetto. La registrazione, pubblicata anche sulla pagina Facebook del programma di Raitre, ha destato molto scalpore. Non è mai stato chiarito la provenienza di quell’audio in cui si sentono lamenti ed invocazioni di aiuto. Si tratta delle sevizie riservate alla giovanissima Orlandi? Tante le domande alle quali la trasmissione condotta da Federica Sciarelli non ha mai saputo dare risposte. Dall’audio non si sentono le voci maschili, ben tre, ma le loro frasi sarebbero emerse nel verbale della trascrizione. “E’ di Emanuela Orlandi la voce in questa registrazione arrivata 25 giorni dopo la scomparsa? Di chi erano quelle cancellate? Dov’è la cassetta originale non manipolata?”, si domandava il programma sulla sua pagina Facebook. Quesiti che potrebbero tornare anche questa sera, alla luce delle novità emerse.