Doveva essere un normale processo per peculato, ma in realtà deve esserci qualcosa di scottante sotto se in Vaticano è stato richiesto il rispetto del segreto di Stato per impedire che in aula venissero mostrati documenti o ascoltate testimonianze considerati sensibili. Ci riferiamo al processo per la ristrutturazione dell’appartamento del cardinale Tarcisio Bertone: imputati due ex manager del Bambino Gesù per il presunto utilizzo improprio di fondi che dall’ospedale pediatrico sarebbero stati dirottati alla ristrutturazione dell’appartamento dell’ex Segretario di Stato vaticano. René Brulhart, presidente dell’authority finanziaria vaticana, ha chiesto di non far deporre in aula il dottor Tommaso di Ruzza, chiamato come teste dall’accusa per il suo ruolo dirigenziale all’Aif. «L’intera attività dell’Aif è coperta da segreto d’ufficio e quindi nessuno dell’Aif, né il presidente, né il direttore, o funzionari o impiegati, possono partecipare in veste di testimoni al procedimento in corso», ha scritto Brulhart nella comunicazione scritta indirizzata al presidente del Tribunale, come riportato dal Messaggero. Eppure proprio l’aio aveva rilevato e denunciato il doppio pagamento e le anomalie contabili…



LE ANOMALIE DELLO PROCESSO DIVENTATO SCOTTANTE

Coperti da segreto anche i bilanci del Bambino Gesù: il presidente Mariella Enoch si sarebbe rifiutata di pubblicarli e di consegnarli a processo, perché farebbero diretto riferimento al Papa e al cardinale Parolin, sebbene fonti interne al Vaticano smentiscano tale indicazione. E quindi dei sette testi richiesti, due hanno già rifiutato di deporre. Perché allora il Papa non decide di far pubblicare integralmente i documenti? Il Bambino Gesù è una struttura ospedaliera di proprietà della Santa Sede, ma è finanziata con denaro pubblico. I magistrati vaticani hanno rilevato che per fini completamente extraistituzionali sono stati pagati 422.005 euro per lavori di ristrutturazione edilizia di un immobile per avvantaggiare l’impresa di Gianantonio Bandera, imprenditore genovese che non risulta tra gli imputanti, ma tra i testimoni dell’accusa, nonostante abbia ricevuto due volte e da due enti diversi i soldi. Insomma, sono tante le anomalie di un processo diventato scottante in Vaticano.

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