La terra trema, ma gli operai cantano. Camminano sulle macerie, il cielo è scuro, ma la melodia che si leva, sopra tutte, è quella della canzone Cielito Lindo. Sono queste le sorprendenti immagini che arrivano dal Messico, a poche ore dal terremoto che ha devastato la popolazione causando centinaia di morti. Un paese straziato che trova comunque la forza di rimettersi subito in piedi: le squadre di operai, al lavoro per recuperare i corpi intrappolati sotto le macerie, vengono ripresi da una donna che, con vece tremante, commenta, sorpresa quanto noi, che stanno cantando proprio Celito Lindo. Le voci si levano sulle immagini che mostrano un sorprendente numero di persone in strada, insieme alle forze dell’ordine, impegnate nei lavori di recupero. Le parole della canzone vengono quasi urlate, come a volerle fare arrivare lontano, a tutte le persone colpite dalla tragedia e non solo. E quando sono finite, resta solo un inno da cantare a squarcia gola: Forza Mexico.
OLTRE 200 I MORTI, COLPITA ANCHE UNA SCUOLA
La scossa che ha colpito il Messico alle 13.30 di martedì 19 settembre ora locale, 20.30 in Italia ed è stata stimata a una magnitudo di 7.1, con epicentro nella regione centrale di Puebla, a 50 km di profondità. Il terremoto ha colpito diverse città a centinaia di chilometri l’una dall’altra: oltre alla capitale, Città del Messico, ha fatto danni a Puebla, Chipalcingo, Oaxaca, Morelia, Colima e Guadalajara. Al momento, le vittime sarebbero almeno 248, secondo quanto riferito dalla Protezione Civile, di cui circa la metà nella capitale. Ma per la United States Geological Survey (Usgs) il bilancio potrebbe arrivare a mille morti e l’agenzia scientifica ha lanciato un’allerta «arancione» sulle possibili vittime e «rossa» per l’impatto economico che richiederà «una significativa risposta a livello nazionale e internazionale». Nella zona di Coyoacon è stata colpita anche una scuola, dove risultano morti 32 bimbi e 4 adulti, mentre altri 14 bimbi sono stati tratti in salvo. La solidarietà alla popolazione messicana è arrivata anche dal presidente Trump.