Una storia tracciata da uno scambio epistolare che è tenero e cruento al tempo stesso. Sullo sfondo uno scenario crudo, su cui si staglia il percorso di maturazione obbligata di un giovane, dall’infanzia all’età adulta, avvenuta sotto la tragedia dei bombardamenti. È questa la storia che ha catturato cuore e mente della giuria della 33° edizione del Premio Pieve Saverio Tutino, il concorso per scritture autobiografiche inedite organizzato dall’Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano. Si tratta di Ridotta Isabelle, epistolario di Antonio Cocco, testimonianza di un giovane studente padovano arruolato nella Legione straniera francese e morto nel 1954 in combattimento a Dien Bien Puh, in Vietnam, nel corso della guerra d’Indocina. La motivazione della giuria, è stata dettata dalla “singolarità di una traiettoria di vita narrata attraverso le lettere scambiate tra Cocco e i familiari”. E non c’è dubbio che, a determinare la scelta, sia stato l’incredibile connubio tra amore e e orrore che è protagonista di uno scambio di lettere che toccano il cuore.
165 LETTERE TRA AMORE E ORRORE
La storia si dipana lungo 165 lettere spedite dal ragazzo alla famiglia in due anni, che la giuria ha definito uno “straordinario e struggente documento storico”. A ritirare il premio sono stati proprio i familiari, durante la tradizionale manifestazione Memorie in piazza svoltasi domenica 17 settembre nel borgo toscano: straordinaria l’emozione del fratello Giovanni. La Giuria del premio ha spiegato le motivazioni che hanno portato alla scelta di far vincere Ridotta Isabelle: “Le lettere che il ragazzo invia al padre, alla madre, ai suoi numerosi fratelli, disegnano la storia di un’imprevedibile maturazione che fa del giamburrasca ragazzino un uomo e un soldato. Le lettere colpiscono per la novità dell’ambientazione, per l’ambiguità del narratore, per lo stupore delle descrizioni della natura che lo circonda, ma soprattutto per le verità disadorne del suo racconto dall’interno di una guerra seguita dalla stampa e dalla cinematografia, ma pressoché inedita nella scrittura italiana”.
UN LITIGIO CON UN PROF. E LA SCELTA IRREVERSIBILE
A 18 anni, dopo un litigio con un professore, Antonio scappa di casa ed espatria illegalmente in Francia. Assetato di libertà e di avventure, non immagina neanche lontanamente che la sua scelta sarà irreversibile. Viene arrestato e costretto ad arruolarsi nella Legione straniera: l’addestramento, le punizioni e le violenze gli faranno rimpiangere la scelta compiuta, ma tornare indietro sembra impossibile, perché c’è un contratto firmato con il governo francese, nonostante il padre smuova mari e monti e i suoi tentativi di fuga via mare scoperti. Antonio va in prima linea nell’ottobre del 1952. In un giorno di aprile o maggio del 1954, il ventenne muore difendendo la Ridotta Isabelle a Dien Bien Puh, in Vietnam. Fa commuovere l’ultima lettera scritta ai genitori: “Carissimo papà. Ultime notizie… e posso dirti che non sono troppo belle. Continuano piovere colpi di mortai 81 e cannone 75 e 105 da tutte le parti del nostro posto, tutta la notte in allerta … Ma me la caverò anche questa volta ne sono certo pur ammettendo che se Dio non avrà misericordia di noi, sarà un vero massacro. Forse quando riceverai questa mia il pericolo sarà passato oppure… meglio non pensarci. T’abbraccio con affetto. Toni“