Giovedì 21 settembre le Fiamme Gialle hanno festeggiato il loro Santo: a Napoli, alla presenza del Cardinale Crescenzio Sepe, si è svolta la consueta celebrazione in onore del patrono della Guardia di Finanza. Alla celebrazione hanno fatto gli onori di casa il comandante Interregionale dell’Italia Meridionale, generale di Copro d’armata Carlo Ricozzi, e il comandante regionale Campania, generale di Divisione Fabrizio Carrarini. La cerimonia si è svolta nella caserma Zanzur, dove il cardinale ha presieduto la celebrazione eucaristica. Come scrive Il Mattino, all’evento, oltre alla rappresentanza militare in servizio alla sede di Napoli, di componenti degli organismi della rappresentanza militare, nonché di appartenenti alla locale sezione dell’Associazione Nazionale Finanzieri in congedo, sono intervenuti il Prefetto, i vertici dell’Autorità giudiziaria, delle Forze di Polizia, delle Forze armate e degli Uffici finanziari. La manifestazione religiosa rappresenta per tutte le Fiamme Gialle in servizio e in congedo un momento spirituale di riflessione. (Agg. di Eleonora D’Errico)



LA LOTTA ALLA CORRUZIONE

Essendo il patrono della Guardia di Finanza – proprio per quel suo ruolo di esattore delle tasse quando conobbe Gesù – la festa di san Matteo prevede da anni la tradizionale celebrazione per tutti i finanzieri. San Matteo viene spesso raffigurato nella tradizione assieme ad un uomo alato, probabilmente un angelo, che lo ispira e ne guida la mano mentre scrive uno dei Quattro Vangeli ufficiali della Chiesa Cattolica. Secondo la Bibbia e il Nuovo Testamento, l’uomo alato è uno dei quattro esseri viventi presenti nel libro di Ezechiele e nell’Apocalisse di San Giovanni, questo perché Matteo nel suo di Vangelo esordisce con l’ascensione al cielo e l’infanzia di Gesù Figlio dell’Uomo. Un modo per San Matteo per voler sottolineare l’umanità folgorante e sensazionale del Figlio di Dio. Dall’angelo alato fino al “dono di Dio”: San Matteo infatti in quel nome porta tutta la tradizione ebraica per un uomo nato e cresciuto nell’osservanza della Torah, cambiato e convertito dall’incontro con Gesù. L’origine precisa del nome infatti deriva dai termini matath e Yah, letteralmente “dono di Dio”, poi reso in forma latino con l’attuale Matteo: un dono per la Chiesa nei secoli con la sua testimonianza, un nome in effetti decisamente “azzeccato”. (agg. di Niccolò Magnani)



LA CONVERSIONE E L’INVITO DEL PAPA

La conversione di San Matteo è uno dei quadri più famosi di Caravaggio e mette in luce proprio quel senso di “stupore” e “folgorazione” che un peccatore pubblicano come Levi – divenuto poi Matteo per volere di Gesù – ha “subito” dopo l’incontro con il Cristo. Anche su questa scia oggi Papa Francesco, nella sua omelia a Santa Marta, ha voluto ricordare la figura di San Matteo di cui oggi si festeggia il Santo del Giorno e l’onomastico in festa per tutti i Matteo del mondo. «La porta per incontrare Gesù è riconoscersi peccatori quando vedevano opere di misericordia», spiega Bergoglio facendo proprio riferimento alla storia e alla conversione del peccatore Matteo. Sono tre le tappe della conversione del Santo evangelista: incontro, festa e scandalo, «Gesù incontra Matteo, seduto al banco delle imposte e gli dice: “Seguimi”. E lui si alzò e lo seguì. Gesù, dice il Papa, “lo ha guardato con tanto amore” e la resistenza di quell’uomo “cade”. “È la lotta fra la misericordia e il peccato”, sintetizza Francesco. L’amore di Gesù è potuto entrare nel cuore di quell’uomo perché “sapeva di essere peccatore”, e proprio “quella coscienza di peccatore aprì la porta alla misericordia di Gesù”. Quindi, “lasciò tutto e se ne andò”», ricorda Papa Francesco per la straordinaria figura del Santo pubblicano. (agg. di Niccolò Magnani)



L’INCONTRO CON CRISTO

Levi, vero nome di San Matteo aveva origine giudaica. Svolgeva il ruolo di pubblicano ed era assai detestato dal popolo ebraico. I pubblicani, detti anche esattori delle tasse, infatti pagavano anticipatamente le tasse dovute dal popolo all’erario romano ma poi si rivalevano sulla stessa gente tartassandola come dei veri e propri usurai. Inoltre, i sacerdoti, vietavano agli Ebrei di toccare le monete romane raffiguranti l’Imperatore, quindi i pubblicani venivano anche etichettati come peccatori. L’incontro con Cristo per Levi rappresenta l’esatto momento in cui avviene la sua conversione. Gesù lo vide e gli chiese di seguirlo, Levi acconsentì e da allora divenne suo discepolo e apostolo. La sua importanza è rilevante tanto da apparire anche nelle liste dei tre che hanno tramandato i “Vangeli sinottici”. Letteralmente il nome Matteo significa “Dono di Dio” e questo sarebbe il motivo per cui l’apostolo lo sceglie sostituendo il proprio nome. Altri sostengono che il cambiamento del nome era semplicemente legato alla pratica, all’epoca molto diffusa, di sostituire il nome nel momento in cui si decideva di apportare un radicale cambiamento alla propria vita.

Ricevette lo Spirito Santo durante la Pentecoste, insieme agli altri Apostoli di Cristo e per tutta la vita girò il mondo predicando il Vangelo. Scriveva per gli Ebrei, suoi connazionali, con l’intento di dimostrare come Gesù Cristo sulla Croce fosse davvero il Messia tanto atteso e di cui parlavano i profeti nelle Sacre Scritture. Successivamente spostò la sua opera di predicazione sino in Etiopia, dove rimase sino alla morte, conducendo una vita rigida e austera, nutrendosi di erbe, frutta selvatica o radici. Morì trucidato da una squadra di pagani mentre stava celebrando il “Santo Sacrificio”. Dopo circa 300 anni le reliquie furono trasportate in Bretagna e successivamente nella cattedrale dedicata a lui presso la città di Salerno, di cui è patrono.

TUTTI I PATRONATI DI SAN MATTEO

Era uno dei discepoli di Gesù ma era anche uno dei santi più detestati dal popolo ebraico di cui lui faceva parte prima dell’incontro folgorante con Cristo: un pubblicano non poteva che essere tale, già di norma odiato per essere l’esattore delle tasse in un “normale” Stato (anche oggi non sono certo le categorie più amate dai cittadini) ma in più all’epoca di Gesù le tasse gli ebrei le pagavano ad uno Stato usurpatore e occupante come i Romani. Si trattava di finanziare chi li opprimeva, in sostanza e guardavano all’esattore come a un detestabile collaborazionista: nonostante questo, quello sguardo lanciato da Gesù su quell’esattore ha cambiato per sempre la sua vita, tanto da farlo diventare ad oggi un Santo Patrono di molte categorie sempre legate con il mondo dei soldi e della finanza. San Matteo però è un faro decisivo che ispira e parla ad un mondo sempre più secolarizzato e impregnato sul “dio denaro”: si può cambiare, si può convivere con il denaro e il rispetto della vita e dell’altro. Del resto “Matteo” significa uomo di Dio, e per questi due motivi è considerato il patrono banchieri, bancari, doganieri, della Guardia di finanza, cambiavalute, ragionieri, commercialisti, contabili ed esattori, per decisione di vari Pontefici lungo il corso della Storia della Chiesa. (agg. di Niccolò Magnani)

IL VANGELO SECONDO MATTEO

La tradizione afferma anche che san Matteo sia l’autore del “Vangelo Secondo Matteo”. Nel suo scritto lui stesso viene chiamato “Il Pubblicano”. Nei Vangeli di Luca e Marco, invece, assume il nome di Levi. Alcuni studi degli ultimi tempi fanno emergere opinioni divergenti riguardo all’identità dell’autore del “Vangelo Secondo Matteo”. La tradizione della Chiesa Cattolica mostra spesso san Matteo raffigurato accanto ad un uomo alato che gli fa da guida tenendo la sua mano mentre scrive il Vangelo. Secondo molti questo uomo alato è uno dei quattro esseri descritti sia nel libro dell’Apocalisse che in quello di Ezechiele.

SAN MATTEO, IL PATRONO DI SALERNO

San Matteo è patrono della città di Salerno, dove ogni anno in occasione del 21 settembre viene festeggiato con una processione solenne all’interno del centro storico della città. Fino al secondo dopoguerra nella città campana celebrava il miracolo del 1544 quando, grazie all’aiuto di San Matteo, Salerno contrastò l’attacco dei Saraceni. Nel capoluogo campano sono anche custodite le reliquie all’interno della cattedrale dedicata al Santo. San Matteo è anche patrono di Casal Velino (SA) poiché le spoglie del Santo dimorarono circa 400 anni in una frazione del comune. La festa si svolge in due giorni, 20 e 21 settembre. La prima sera si celebrano i vespri, mentre il 21 si può assistere alla processione dove il simulacro del Santo tocca tutte le principali vie del Paese.

GLI ALTRI SANTI DEL GIORNO DI OGGI

Sant’Alessandro di Roma, martire; San Giona, monaco; San Pietro Maubant, sacerdote e martire; San Giacomo Chastan, sacerdote e martire; San Castore di Apt, vescovo; San Panfilo di Roma, martire; San Gerulfo (o Gerolfo) di Torchiennes, martire; Sant’Eusebio, martire; San Cadoc di Llancarfan, abate