Solo una fake news. In questi due giorni segnati dalle drammatiche notizie in arrivo dal Messico, dopo il terremoto che ha sconvolto la Capitale, Città del Messico, ha avuto ampio risalto sui media di tutto il mondo la storia della piccola Frida Sofia, una bambina di 12 anni rimasta intrappolata sotto la scuola elementare Enrique Rebsamen. Addirittura in mattinata si erano rincorse le voci che vedevano la ragazzina tratta finalmente in salvo, anche se non c’erano certezze o foto al riguardo. Il Washington Post ha riportato in questi minuti la testimonianza delle autorità messicane, in particolare il sottosegretario messicano per la Marina, Angel Enrique Sarmiento, che ha affermato di ritenere improbabile che “bambini, vivi o morti, si trovino sotto le macerie della scuola.” Sarebbe stata una televisione locale a dare vita alla “fake news”, che poi, come classicamente avviene, ha girato freneticamente in tutto il mondo. Davvero un’idea di cattivo gusto in un momento in cui tutto il mondo soffre con rispetto di fronte alla tragedia messicana. Il tutto è stato confermato anche dalla giornalista messicana Carmen Aristegui, che ha raccolto la testimonianza di due madri che hanno affermato come non esista alcuna bambina di nome Frida Sofia intrappolata, e come siano tutti convinti che non ci sia vita, in questo momento, all’interno dell’edificio. (agg. di Fabio Belli)
IL SALVATAGGIO AVEVA TENUTO CON IL FIATO SOSPESO
Sotto le macerie del terremoto messicano c’è ancora vita: qualche ora fa i soccorritori hanno avvertito la voce di una bimba, la 12enne Frida Sofia, riuscendo a comunicare con lei, che si trova sotto le macerie della scuola Enrique Rebsamen, crollata a Città del Messico in seguito al terremoto del 19 settembre. Da allora è corsa contro il tempo per salvare la piccola. Dal terremoto di 7.2 gradi Richter che ha colpito il Paese, la piccola è rimasta incastrata sotto le rovine dello stabile, protetta probabilmente da una tavola di granito. Le squadre di emergenza hanno fatto sapere che sono “molto vicine” alla 12enne e che forse accanto a lei ci sono altri bambini. In centinaia lavorano senza sosta attorno alla scuola, nel silenzio assoluto, cercando di percepire ogni minimo rumore. Nel crollo della struttura, purtroppo, risultano già morti almeno 30 bambini e cinque adulti, undici persone sono state recuperate in vita, mentre molti alunni e parte del personale della scuola sono ancora dispersi: L’operazione di salvataggio è seguita in diretta da un’emittente locale, Televisa, le cui telecamere e i cui giornalisti hanno accesso speciale al luogo in cui si sta scavando. Secondo Televisa, i soccorritori avrebbero visto la mano della bambina che veniva fuori dalle macerie. La 12enne avrebbe mosso le dita per far sapere che è viva.
FRIDA SOFIA: SIMBOLO DI SPERANZA E CORAGGIO
Paura e speranza: sono le emozioni che animano chi sta lavorando senza sosta per scavare sotto le macerie causate dal terremoto del 19 settembre in Messico. Perché i morti sono già troppi, sfiorano i 250, e i superstiti ancora tanti: abbastanza per non smettere di sperare. Ma le ore passano e ogni momento fa aumentare il timore di non farcela a salvare chi è sopravvissuto ma ancora intrappolato sotto le macerie. Per i media nazionali e internazionali Frida Sofia è già divenuta simbolo di speranza e coraggio. Come anche la figura in soccorritore che la stampa ha ribattezzato Jorge Houston, dal nome della città statunitense stampato sulla maglietta che indossa ormai da giorni. Grazie alla sua corporatura minuta è stato lui a raggiungere la bambina facendosi largo tra i calcinacci. Oltre a Frida Sofia, i soccorritori hanno riferito che un insegnante e due studenti hanno mandato messaggi da sotto le macerie.
I SOCCORSI SI CONCENTRANO ATTORNO ALLA SCUOLA ENRIQUE REBSAMEN
Il terremoto ha colpito il Messico, devastando diverse città a centinaia di chilometri l’una dall’altra: oltre alla capitale, Città del Messico, ha fatto danni a Puebla, Chipalcingo, Oaxaca, Morelia, Colima e Guadalajara. Tra le decine di edifici crollati a Città del Messico, lavorano volontari e soccorritori che lottano contro il tempo nel tentativo di salvare le persone rimaste intrappolate. Le attività di soccorso nelle ultime ore si sono concentrate nei pressi della scuola elementare Enrique Rébsamen, a sud di Città del Messico, nel distretto di Coapa, dove risultano morti più di 30 bambini. I genitori in ansia affollano la zona attorno alla scuola dove un soccorritore, con uno scanner termico, ha captato la presenza di sopravvissuti tra le rovine. Non c’è alcuna conferma che tra i ragazzi ci sia anche una Frida Sofia, ma i social media e i giornalisti hanno fatto del nome un simbolo della speranza che qualche bambino possa ancora esser salvato. Il presidente messicano, Enrique Peña Nieto, ha proclamato tre giorni di lutto per ricordare le persone morte.