Una testimonianza drammatica, una madre di famiglia costretta a vivere sotto la costante minaccia di una figlia tossicodipendente, che oltre a minacciare e a volte picchiarla, l’ha ridotta sul lastrico portandole via i soldi e quasi tutti i beni di famiglia. Sul quotidiano Il Mattino di Napoli ha trovato spazio la storia della signora Anna, 65 anni, costretta a denunciare per ben 12 volte la figlia Alessia, 40 anni e alle prese con gravi problemi di droga da quando ne aveva 15. Una situazione non di partenza difficoltosa, visto che Anna è figlia di una coppia di facoltosi commercianti del quartiere Vomero, poi i furti in casa hanno fatto emergere la drammatica verità della tossicodipendenza di Alessia. Il marito della signora Anna e padre di Alessia è morto nel 2005, da allora la situazione è precipitata perché i furti si sono fatti più frequenti, e con i soldi del negozio e con i pagamenti destinati ai fornitori Anna faceva debiti, rubava e investiva tutto per la droga.



IL FURTO DEI BENI DI FAMIGLIA

Il racconto della signora Anna è a tinte tragiche: “La situazione è andata peggiorando sempre più fino a diventare insostenibile. L’altro giorno mia figlia mi ha minacciata con un coltello di ritorno dalla Ferrovia, una zona che frequenta abitualmente: voleva soldi e io non ne avevo. Pur di scappare le ho detto che sarei andata a prenderli al bancomat, non mi ha creduto e ha continuato a terrorizzarmi.” Ma la situazione per la signora Anna va avanti ormai da anni: “Sono la sua vittima, mi ha rubato tutto, in casa non ho più nulla. Gioielli, argento, oggetti di valore e non. Adesso mi sta portando via anche i quadri, l’ultima cosa che c’è. Ed è molto violenta: quando si arrabbia è capace di qualunque cosa: ieri mi ha lanciato addosso piatti e bicchieri, tutto quello che le capita sotto mano. I mobili sono semidistrutti a forza di calci e pugni, ho provato ad allontanarla ma oltre alle proteste del condominio del nuovo appartamento per le cattive frequentazioni, in breve nella nuova casa non ho più trovato neanche i mobili.”



IL CONSUMO DI DROGA SENZA FRENI

Una situazione senza uscita dalla quale la signora Anna ha provato ad uscire rivolgendosi alla legge, con dodici denunce verso la figlia che non hanno mai avuto seguito: “Non sono servite a niente, non ho mai visto un assistente sociale, un medico, qualcuno in grado di darmi anche un solo consiglio. Non posso portarla in una comunità terapeutica contro la sua volontà, e la colpa è tutta della droga, gli spinelli me li fuma in faccia a casa, il resto chiusa in camera sua: guardando dal buco della serratura la vedo separare la cocaina. I poliziotti dicono che non possono fare nulla, che le cose che porta via da casa sono beni di famiglia e dunque non sono veri e propri furti, perché sono cose che in parte appartengono anche a lei.” La signora Anna ha lanciato un appello, in un momento in cui la violenza sulle donne dilaga, affinché le istituzioni possano aiutarla prima che la furia della figlia, obnubilata dalla droga, non dia adito a una vera tragedia.