Pugnalata, colpita ripetutamente con una pentola di ghisa nel tentativo di ucciderla e poi tenuta prigioniera per tre ore. Il suo aguzzino, nonché marito e uomo che diceva di amarla, da cui è riuscita miracolosamente a salvarsi e condannato al carcere per quattro anni, potrebbe tornare il libertà il prossimo anno. E Lidia Vivoli, protagonista di questa assurda vicenda, teme per la sua vita e chiede di essere tutelata dallo stato. Il giorno della liberazione del suo ex è sempre più vicino e Lidia comincia davvero ad avere paura. Anche ieri ospite di Storie Italiane ha lanciato il suo appello a Eleonora Daniele, ma non è la prima volta che Lidia cerca attraverso la televisione di dar voce alle tante donne nella sua situazione e di sensibilizzare le autorità anche sul suo caso.
Intervenuta a La Vita in Diretta, ha raccontato la sua storia a Cristina Parodi, da quel 24 giugno 2012 in cui si è scatenata la furia omicida del suo ex. L’uomo, a cui la donna aveva fatto intendere di voler chiudere il rapporto, si è recato a letto come sempre. In piena notte si è alzato dicendo di dover andare in bagno, ma è tornato in camera, dove la donna era in dormiveglia, armato: dopo averla colpita ripetutamente con una pentola di ghisa e pugnalata con delle forbici, l’ha tenuta prigioniera per tre ore, ferita e sanguinante. Miracolosamente la 45enne è riuscita ad allontanarlo fingendo una calma apparente e rassicurandolo che non l’avrebbe denunciato. Non appena l’uomo se ne è andato, la donna ha chiamato il 118 che l’ha soccorsa, per poi presentare denuncia. L’uomo è stato arrestato e condannato a quattro anni di carcere per tentato omicidio e sequestro di persona, da cui non ha mai smesso di tormentare Lidia.
DAL CARCERE IL SUO AGUZZINO CONTINUA A TORMENTARLA
Lidia Vivoli racconta la sua storia a La vita in diretta per chiedere di essere aiutata. Sembrava un uomo premuroso, le mie amiche mi dicevano che ero stata fortunata a trovare un compagno così premuroso. L’ex, infatti, cucinava per lei, le regalava fiori, cucinava per lei. Ma poi le cose sono degenerate: è diventato geloso, possessivo, sparivano soldi in casa. Da lì la decisione di finirla, che l’uomo sembrava aver preso serenamente, fino a quella terribile notte. Dal carcere il suo aguzzino non ha mai smesso di torturarla, minacciandola e accusando lei e il nuovo compagno con cui Lidia ha avuto due gemellini, per cui ha altrettanta paura. La donna teme che, una volt uscito, il suo ex tornerà per vendicarsi di lei: lui esce dal carcere – ha commentato – per me inizia l’ergastolo. “Perché lo stato non fa nulla, non servono fare nuove leggi, ci sono già: noi donne vittime di violenza dovremmo essere equiparate a tante altre vittime”. Per il momento l’unica limitazione in cui potrà incorrere il suo ex è quella verbale, che però, come sappiamo purtroppo da tanti altri casi di cronaca, lascia il tempo che trova.