Un uragano che genera morte contro un uragano per generare la vita. L’attivita Abby Johnson, infatti, sta per così dire utilizzando le conseguenze dell’uragano Harvey per fare qualcosa a favore delle donne in gravidanza. Mentre il centro Planned Parenthood sta raccogliendo fondi per finanziare aborti gratuiti, lei, che a seguito dell’uragano Kathrina, mentre era direttrice proprio di quel centro, aveva fatto lo stesso, questa volta ha deciso di muoversi in direzione totalmente opposta. Abby e altri ex lavoratori stanno infatti raccogliendo donazioni per aiutare le donne in gravidanza. La sua organizzazione E poi non c’era nessuno (ATTWN), ha raccolto più di 22.968 pannolini, 38.409 salviette, 1.444 chili di alimenti per l’infanzia e 1.170 bottiglie di latte in polvere, insieme a centinaia di altri oggetti per aiutare le donne incinte sfollate. “Volevamo davvero fare una differenza positiva nella vita delle madri in gravidanza di fronte alle difficili circostanze che si sono verificate venute dopo l’uragano – ha raccontato la donna a infocatolica – Durante l’uragano Katrina aiutavo le donne a ottenere aborti liberi, ma non mi rendevo conto di come stessi solo aggiungendo angoscia. Ora è il nostro momento di fare qualcosa di diverso, qualcosa di veramente utile”.



UN SOSTEGNO PER LE DONNE INCINTA MA ANCHE PER GLI EX ABORTISTI

Ai temi dell’uragano Kathrina l’associazione ATTWN non esisteva. Oggi assiste direttamente 150 famiglie, fornendo loro pannolini, forniture per l’allattamento, articoli per l’igiene femminile, carta igienica, bottiglie, culle e passeggini. “La generosità delle persone in tutto il paese è sconcertante – continua Abby – Siamo stati in grado di raccogliere quasi 20mila dollari in articoli”. Per aiutare le donne incinte vittime di uragani, ATTWN ha collaborato con il Centro assistenza alla gravidanza di Houston, dove le famiglie possono ottenere gli articoli necessari senza alcun costo. Come ha spiegato a Infocatolica, Abby ha voluto aiutare dopo “aver visto in prima persona il danno emotivo, fisico e spirituale che l’aborto causa”. Oltre ad aiutare le donne, ATTWN da un supporto anche gli ex dipendenti dei centri dove si pratica l’aborto a trovare lavoro, gestire le finanze e ottenere abitazioni. Non solo, ma offre anche ritiri spirituali per coloro che sono “confusi e sopraffatti dall’industria dell’aborto”.



LA CONVERSIONE VEDENDO L’ECOGRAFIA DI UN ABORTO

La donna spiega come la sua visione dei fatti sia totalmente cambiata da quando ha visto un aborto dal vivo con un ecografia. Era sorpresa nel vedere come l’ecografia del bambino che sarebbe stato abortito era sorprendente simile a quella della propria figlia. Era la 13esima settimana di gravidanza. La Johnson ricorda nitidamente la “lotta” che il bambino ingaggiò per non essere soppresso. Il modo che lei definisce “disumano” con cui il piccolo fu estratto dal grembo di sua madre le ha lasciato un ricordo indelebile. Il suo racconto, rascritto in un volume uscito in italiano, dal titolo Scartati. La mia vita con l’aborto (ed. Rubettino), fa rabbrividire: “Mi sembrava chiaro che il feto sentisse la cannula, e che non avesse piacere per quello che stava provando. Poi la voce del medico ruppe il silenzio, facendomi trasalire. ‘Accendi, Scotty’, disse spensieratamente all’infermiera. Le stava dicendo di accendere l’aspiratore”. Da allora è diventata un attivista pro-life. “Sono pro-vita perché sto a favore dell’amore”, dice sul suo sito web. 

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